ELENA BURIGANA
Cronaca

La Festa de L’Unità che resiste. Fiesole tra maglie rosse, grigliata e politica: “Ora più forti che mai”

Al via la 73ª edizione tra profumo di carne alla griglia, lunghi tavoli di legno apparecchiati e tante, tante magliette rosse. L’assessore Cammelli: “C’è stata strumentalizzazione. Torneremo al pratone”

La festa dell'Unità a Fiesole

La festa dell'Unità a Fiesole

Firenze, 19 luglio 2025 – Fiesolani tanti, e qualche turista. Tutti sorridenti con boccali di birra in mano, profumo di carne alla griglia, lunghi tavoli di legno apparecchiati e tante, tante magliette rosse, quelle dei volontari. La Festa de l’Unità di Fiesole resiste. Giovedì ha preso il via la 73ª edizione, anche se in forma light. E pensare che fino a un mese fa rischiava seriamente di saltare, travolta da problemi burocratici e da polemiche – “strumentalizzate” per l’assessore del Pd fiesolano, Andrea Cammelli, 49 anni – che lamentavano una carenza di volontari.

“È ridotta, vero, ma è comunque una gran bella soddisfazione se si pensa che non si sarebbe dovuta nemmeno fare – racconta Fabiana Scarngella, 50 anni, sempre pronta ad aiutare con la maglia d’ordinanza – Otto serate al posto delle consuete trenta ma non importa, va bene così”. Ma soprattutto un cambio location: non più nello storico pratone di Borgunto. “Quest’anno abbiamo traslocato. La Casa del Popolo ha deciso di ospitarci e siamo contenti comunque – dice Andrea Lingui, 70 anni, dell’associazione Volley Fiesole – è sempre appagante riuscire a mettere a tavola 300-400 persone. Ci aspettiamo tante presenze, sicuramente attirate dai bei dibattiti in programma, come quello di stasera e dagli spettacoli musicali”.

Ospite d’onore della Prima è lo storico dell’arte e rettore dell’università per stranieri di Siena Tomaso Montanari, chiamato a raccontare – insieme alla giornalista e saggista Paola Caridi, al deputato del Pd, Giuseppe Provenzano e a Manfredi Lo Sauro, vicepresidente Arci Firenze – quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza, in Palestina: “Un genocidio a tutti gli effetti – per Montanari – Nonché l’argomento più importante di cui discutere del nostro tempo”. La manifestazione, anche grazie a questo primo incontro, sembra ripartire con quell’atmosfera di militanza che ne rappresenterebbe il cuore. Non solo cibo ma anche buona politica: “Questa è una festa prima di tutto di impegno – ne è convinto Cammelli – Quella di un partito, che a prescindere dai momenti di crisi, è tenuto insieme dai suoi valori fondanti, quelli della sinistra, del colore rosso”.

Niente spazio per le controversie dunque, anche se un po’ di amarezza resta. “Quello che ci dispiace più di tutto è che si sia parlato di mancanza di energia dei volontari o di volontari in fuga da Elly Schlein. Ma non è vero – prosegue Cammelli – Ci sono stati errori di politica organizzativa fiesolana, ma la comunità è forte, e infatti siamo qui. Si guardi intorno, ci sono quasi più volontari che gente a sedere”. Tante le persone ai tavoli per cenare, ma a spiccare sono proprio le tante magliette rosse dello staff: un gruppo eterogeneo, fatto di famiglie, bambini, giovani e anziani di cui è impossibile non percepire l’entusiasmo. “Il volontariato è fatto di umiltà e solidarietà”, sorride Annamaria Orrù, 58 anni, al suo primo anno nell’organizzazione. E poi ci sono Isabella e Rosa, 14 e 13 anni, con le trecce lunghe e perline tra il capelli. Loro nel gruppo vedono la possibilità di stringere legami e stare con gli amici di sempre, ma sentono anche una grande responsabilità: “Sono anni che prestiamo servizio durante la festa ed è sempre un momento bellissimo, che ci fa sentire tutti più uniti”.

Il primo appuntamento sembra riuscito. Ma c’è già chi pensa al prossimo anno. La voglia di tornare a festeggiare per un mese nel pratone, simbolo delle grandi feste popolari è tanta. Cammelli promette un ritorno in grande stile: “Non volevamo essere la generazione che interrompeva la tradizione, quindi abbiamo trovato questa soluzione. Ma l’obiettivo adesso è un altro. L’anno prossimo torneremo lassù. Se non dovessimo tornare? No, prometto, ci saremo!”