
La Fonte della Fata Morgana che prende il nome dalla scultura acquistata dal Cleveland Museum
Al Ninfeo del Giambologna di Bagno a Ripoli, a fronte di un’opera tornata a casa, un’altra se ne va per sempre: la scultura in marmo della Fata Morgana, che dà il nome alla Fonte in terra ripolese, è diventata di proprietà del Cleveland Museum of Art. Era uscita dalla sua casa originaria ormai da tempo, già da 250 anni, gli ultimi dei quali trascorsi in una collezione privata. Ora è entrata a far parte ufficialmente nella sezione di arte rinascimentale del museo statunitense.
"L’importanza di questa acquisizione per il racconto della storia dell’arte che possiamo offrire al nostro pubblico è difficilmente sopravvalutabile", ha detto entusiasta il direttore del museo William Griswold. Fata Morgana è una delle poche opere scultoree attribuite al Giambologna, realizzata intorno al 1572 in marmo di Carrara per la grotta artificiale del Ninfeo adiacente alla villa Il Riposo su commissione di Bernardo Vecchietti: chiese all’artista di realizzare un’opera ispirata al mito di Morgana, la fata dell’immaginario di Re Artù.
Un’iscrizione vicino alla sua collocazione vanta tuttora la capacità dell’acqua che sgorgava pare proprio dalla statua di donare eterna giovinezza.
La scultura rimase nella sua casa originaria per due secoli; nel 1775 fu venduta dall’artista e mercante inglese Thomas Patch e poi passata di mano in mano fino a dimenticarne le origini. Nel 1989 fu battuta da Christie’s a Londra con base d’asta l’irrisoria cifra di 3.000 sterline. Se la aggiudicò Patricia Wengraf, nota gallerista londinese per 715.000 sterline dopo essersi resa conto della mano del Giambologna.
A sua volta la vendette a un collezionista privato nel 1998 e ora è passata al Cleveland Museum per una cifra non resa nota. Proprio pochi giorni fa, per mano del gruppo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale era "tornata a casa", in una consegna simbolica all’amministrazione comunale, la Testa di Medusa, scultura in marmo sempre attribuita al Giambologna. È stata salvata da una vendita all’asta dopo il riconoscimento da parte di Neri Torrigiani e Sabina Corsini con il loro ’Artigianato a Palazzo’ avevano lanciato negli anni passati un fundraising per il Ninfeo. Includeva anche un concorso tra artisti per riprodurre proprio la statua della Fata Morgana. Se la Testa di Medusa sarà affidata momentaneamente a un museo di Firenze, per la Fata il ritorno a casa è ormai impossibile anche solo da sognare.