REDAZIONE FIRENZE

Falsi capi di Gucci venduti sul web, azione legale della maison insieme a Facebook

Accade negli Usa: una persona aveva aggirato i termini di servizio del popolare social network per commerciare prodotti contraffatti della casa di moda

Facebook

Firenze, 27 aprile 2021 - La causa è stata aperta in un tribunale Usa, ma il problema è mondiale: Gucci si è alleata con Facebook per promuovere una azione legale contro una persona che usava il popolare social network per vendere falsi capi della maison. La vicenda accade in California. L'utente era riuscito ad aggirare i termini di servizio del social network per alimentare il suo commercio di griffe false. 

Un caso ormai non unico, per cui si può ricordare come esempio di spicco l'analoga azione dell'italiana Maison Valentino insieme ad Amazon, nel giugno scorso, sempre negli Usa. Fatto è che la vendita via web di falsi, oltre a essere un reato, è ormai divenuta non solo un problema d'immagine, ma anche economico.

I numeri crescenti dell'online, ancor più con la pandemia da Covid 19, misurano quanto sia sostanzioso il giro d'affari potenzialmente messo a rischio. Se si guarda al lusso in generale, i dati forniti dallo studio Luxury Retail Evolution & the Digital Revolution' di Altagamma e Bernstein, presentato nella conferenza annuale della Fondazione Altagamma, riferiscono di una vera e propria esplosione del canale online nel 2020, con una crescita annua di circa il 50%, che sfiora i 50 miliardi di euro, contro i 33 miliardi del 2019.

L'impegno del team di Gucci dedicato alla proprietà intellettuale del resto ha portato, solo nel 2020, secondo quanto viene evidenziato dal brand stesso, alla rimozione di oltre 4 milioni di annunci di prodotti contraffatti online su varie piattaforme, al sequestro di 4,1 milioni di prodotti contraffatti offline e alla disattivazione di 45.000 siti web, account e pagine sui social.

Tornando al contenzioso di Gucci, marchio che fa riferimento a uno dei colossi francesi del lusso, Kering, ora la causa è per violazione dei termini di servizio e delle condizioni d'uso di Facebook e Instagram, per quella dei diritti di proprietà intellettuale di Gucci, contraffazione dei marchi Gucci e concorrenza sleale. L'accusa, verso una persona fisica, è di avere usato account Facebook e Instagram per eludere le precedenti azioni e accertamenti di Facebook e per continuare a promuovere l'attività online, vendendo prodotti contraffatti.