
L’ufficialità della decisione è confermata da una determinazione del Comune
Tempi troppo lunghi per la conclusione dei lavori di riqualificazione dell’ex Lucciola di piazza IV Novembre e condizioni mutate nel frattempo. Così l’Associazione Socialisarte, che si era aggiudicata in concessione l’immobile in pieno centro cittadino per lo svolgimento di attività di tipo culturale, ricreativo e sociale, ha deciso di rinunciare all’opportunità guadagnata, ben sei anni fa, attraverso la presentazione di un articolato progetto. L’ufficialità della decisione è confermata da una determinazione del Settore Affari Generali e Sviluppo economico del Comune che prende atto della rinuncia e revoca l’aggiudicazione. A questo punto dovranno essere effettuate tutta una serie di verifiche sul secondo classificato, l’associazione Zera, per valutare se sia in possesso di tutti i requisiti per poter subentrare nella gestione. Se sarà così ci sarà una nuova aggiudicazione, in caso contrario si dovrà procedere ad un ulteriore bando di selezione.
Con un inevitabile allungamento dei tempi in una vicenda che già ha visto numerosi slittamenti e scadenze mancate. Il primo avviso pubblico per la concessione della ex Lucciola era stato indetto nel luglio 2019, in concomitanza con una delibera di giunta che approvava il progetto di fattibilità dell’intervento di ristrutturazione edilizia dello ‘storico’ immobile. Un iter che sembrava avviato ma che poi si è bloccato per la pandemia e le inevitabili ripercussioni sulle forniture edili ma anche per gravi inadempienze della ditta vincitrice della gara che avevano spinto l’Amministrazione Comunale a disporre, nel dicembre 2022, la risoluzione del contratto d’appalto e ad avviare le procedure per l’affidamento a nuovo soggetto appaltatore delle lavorazioni non eseguite.
I lavori sono poi proseguiti e ora praticamente conclusi ma la struttura non è ancora aperta: da qui la scelta di Socialisarte che, fra i motivi di rinuncia, cita pure "i cambiamenti necessari alla gestione della l’associazione, derivanti anche dalla riforma del terzo settore". Motivazioni fra l’altro ritenute "non pretestuose" dal Comune.
Sandra Nistri