
Un’opera luminosa alta 3 metri e mezzo inaugura le celebrazioni per i 60 anni. La presidente Cristina Manetti: "Così la figura del Poeta è viva e presente".
Un Dante di luce accende i 60 anni della Casa Museo. Da oggi colore ed energia attraverseranno la sala 8 "La città di Dante": è "Luminosamente", l’opera donata dal maestro Marco Lodola, tra i più noti artisti italiani contemporanei, per festeggiare la ricorrenza. Non è solo una scultura iconica che vibra di colore, energia e potenza (alta tre metri e mezzo), è soprattutto un sigillo luminoso tra memoria e futuro, scelto non a caso per aprire ufficialmente le celebrazioni del sessantennale che promette un anno di eventi e riflessioni nel nome dell’Alighieri.
La scultura si candida a diventare tappa obbligata per cittadini e visitatori in quello che è il luogo simbolo della memoria dantesca a Firenze. Realizzata in lamiera e led, la figura del poeta è stata svelata dalla presidente della Casa di Dante, Cristina Manetti (al centro nella foto), insieme alla coordinatrice del museo Tullia Carlino, e Angela Spinella. Presenti all’evento anche Pippo Zeffirelli, presidente della Fondazione Franco Zeffirelli, Samuele Lastrucci, direttore del Museo dei Medici, e il maestro Federico Maria Sardelli. L’iniziativa è realizzata con la Galleria Mirabili.
Con "Luminosamente", Lodola porta nel cuore di Firenze il tratto inconfondibile del Nuovo Futurismo di cui è fondatore: "Un Dante che splende – racconta l’artista – per rappresentare le sue mille competenze, l’immensità del suo operato e la sua capacità di illuminare ancora oggi la cultura e il pensiero europeo".
"Accogliere un’opera di Lodola è un privilegio – sottolinea Cristina Manetti –. Il suo linguaggio contemporaneo, fatto di luce ed energia, dialoga perfettamente con la figura di Dante, rendendola accessibile, viva, presente. È il modo migliore per iniziare questo anniversario, che vogliamo celebrare con sguardo aperto e spirito creativo". Per Tullia Carlino l’installazione è simbolicamente anche "una nuova soglia d’ingresso, un invito, per tutti, a scoprire Dante attraverso la luce dell’arte contemporanea".
Per Lodola si tratta anche di un ritorno nella città dei suoi studi che sente profondamente sua. "Firenze è bellezza allo stato puro – spiega –. Un mio autoritratto è nel Corridoio Vasariano e ho realizzato qui un’opera per la Fondazione Bocelli. Ora torno con un Dante luminoso, che porto con me da tempo".
Maurizio Costanzo