BARBARA BERTI
Cronaca

Ex Gkn, ancora tende: "Non ci fermiamo. La politica ora risponda sulla nostra legge"

La pioggia non ferma l’occupazione del giardino della Regione. E i cittadini portano cibo e solidarietà agli accampati sotto gli uffici. "La proposta è stata inviata da un mese mezzo: non ce ne andiamo".

Ex Gkn, ancora tende: "Non ci fermiamo. La politica ora risponda sulla nostra legge"

Ex Gkn, ancora tende: "Non ci fermiamo. La politica ora risponda sulla nostra legge"

La pioggia non ferma la ’tendata’ dei lavoratori ex Gkn, ora Qf in liquidazione. Nel giardino della sede amministrativa della Regione Toscana, a Novoli, da sabato sera sono piantante alcune tende da campeggio, dove stazionano una decina di operai della fabbrica di Campi supportati da studenti, centri sociali e SiCobas. I manifestanti sono già stati segnalati alla Procura ma al momento non è stata presentata denuncia per invasione di terreni. Chi passa a piedi o in bici per via di Novoli si ferma incuriosito dallo striscione che campeggia sulla recinzione che delimita l’area della Regione: "Collettivo di fabbrica. Lavoratori Gkn Firenze". Tra i passanti c’è chi esprime solidarietà e chi si informa sui motivi della protesta e chi offre viveri. "Abbiamo passato la notte nel giardino" racconta Matteo Moretti della Rsu ex Gkn. "La politica? Non è passato nessuno, tantomeno abbiamo ricevuto telefonate. La situazione è abbastanza surreale" continua ricordando che il ’gesto estremo’ è legato al silenzio istituzionale che pesa sulla loro vertenza.

"La politica locale ha sempre detto di non avere gli strumenti per sostenere la nostra proposta di reindustrializzazione dal basso. Gli strumenti glieli abbiamo creati con la proposta di legge per un consorzio regionale. Da oltre un mese e mezzo l’abbiamo inviata al gruppo consiliare regionale di maggioranza. In questo lasso di tempo nessuno si è fatto sentire" rincara Moretti. "Auspichiamo una calendarizzazione, una discussione e un’approvazione dell’atto. Come sempre, siamo aperti alla discussione, non lanciamo diktat, però il silenzio non è degno del rispetto dei lavoratori che da cinque mesi sono senza stipendio" dice ancora Moretti ribadendo di non voler togliere le tende. "Qua finché non abbiamo risposte, finché non saremo contattati" dice annunciando poi nuove iniziative. "Cercheremo altri modi per porre l’attenzione su ciò che è successo sabato" riferendosi al corteo, il sesto a Firenze in 33 mesi, il terzo, invece, negli ultimi cinque mesi. "Se stiamo bassi, questa vicenda ha coinvolto in tre anni oltre centomila persone" ribadisce la Rsu. Le rivendicazioni dei lavoratori Qf sono anche sul piano nazionale. "Al Ministero chiediamo, e lo abbiamo già fatto di persona e con tutte le organizzazioni sindacali, il commissariamento di Qf perché non è possibile che un’azienda eluda una sentenza del tribunale" dice Moretti riferendosi alla legge 234 (legge contro le delocalizzaizoni) imposta dal tribunale di Firenze in seguito alla vittoria della Fiom per comportamento antisindacale.

"Un’azienda che esce da una procedura imposta dal tribunale è un precedente pericoloso" tuona Moretti ricordando che proprio oggi, 20 maggio, è l’anniversario dello Statuto dei lavoratori. "Il tavolo di crisi del Mimit? Dal 26 marzo scorso non abbiamo saputo più nulla – dice Moretti –. Sarebbe utile riconvocarlo ma solo per una reale discussione. Forse sarebbe più utile ripercorrere la nostra vicenda attraverso i verbali del Ministero. Chi presiedeva l’allora Mise, in una dichiarazione, sosteneva che Qf avrebbe dovuto cambiare interlocutore perché così non si andava avanti. Questo, però, non è successo. Poi c’è stato il cambio di governo e ora non si trovano più i verbali".