PAOLA FICHERA
Cronaca

Eugenio e Riccardo, i fratelli coltelli del Psi

Spiniano Giani, lagoriano Nencini, dopo 30 anni di scontri interni nel partito ora si ritrovano insieme nella sfida per le regionali.

di Paola Fichera

Un armistizio. O qualcosa del genere. Dopo quarant’anni di duelli politici. Ma ormai Eugenio Giani e Riccardo Nencini, classe 1959, i due ’ragazzi’ socialisti degli anni ’80 hanno fatto di necessità virtù e negoziato (almeno per ora) la pace.

Tutta colpa di questo settembre elettorale che vede Giani, candidato governatore del centrosinistra sotto la bandiera del Pd, e Nencini, senatore socialista (eletto nelle liste Pd), fianco a fianco per presentare i candidati socialisti nella lista "Orgoglio Toscana". Una delle sei schierate con il centrosinistra.

Se negli anni ’80 entrambi studiavano da leader è nel decennio successivo che è scoppiata la guerra vera.

Nel ’92 Giani da segretario comunale, soffriva Nencini segretario provinciale, il primo vicino ai laburisti di Valdo Spini, il secondo lagoriano doc. Dalle sciabole agli spilli non si sono risparmiati nè gli sgambetti nè gli agguati. La battaglia epica fu per le elezioni politiche del 1992. Nencini fu eletto in Parlamento con le insegne del Psi alla vigilia del tracollo della prima Repubblica. Con lui anche Spini vinse la battaglia, ma qualche anno dopo Spini lasciò la casa madre con i suoi laburisti per unirsi al Pds. Nencini rimase. E nel 2008 è stato anche il segretario nazionale di un partito che ormai era ridotto all’1 per cento. Giani invece seguì Spini.

Per quarant’anni si sono guardati in cagnesco, fratelli coltelli dela stessa grande famiglia socialista, e ora invece sono fianco a fianco in una lista civica che riporta in gara una bella fetta di candidati con l’anima vicina al vecchio garofano.

Molti con i capelli bianchi, ma tant’è. Nencini si sbraccia: "L’ho cresciuta a mollichine di pane" dice presentando una candidata e Giani non perde battuta, li conosce tutti uno per uno. Snocciolano nomi e incarichi e in una virtuale gara. Ad accennare al loro "lungo percorso politico" che li ha visti "alleati e contrapposti" accenna solo Giani. Nencini invece guarda oltre con una proposta per trovare nuovi posti di lavoro

"La disoccupazione si è allargata, ha colpito i più giovani – arringa – arriveranno le risorse del Recovery Fund, speriamo anche parte del Mes: noi vogliamo usare 500 milioni, attingendoli subito dal bilancio regionale, per creare in sei mesi 20mila posti di lavoro in Toscana per i giovani, con l’obiettivo della valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio e dell’ambiente".

Il candidato governatore Giani replica con una mozione degli affetti per questa lista nella quale "più che da ogni altra sente rappresentata la sua anima civica". Nencini non indietreggia: "i candidati socialisti di ‘Orgoglio Toscanà sono circa il 50 per cento. Si prefigura come la lista riformista perfetta. L’obiettivo del 3 per cento è raggiungibile, c’è poi una raccolta di forza intorno a Giani che è nella condizione di farcela, non solo per i sondaggi ma come espressione di una tradizione riformista che in Toscana ha un suo peso. L’importante è mettere argomenti concreti per affrontare una fase delicatissima".

Suo malgrado un endorsement per il candidato e a chi accenna alla loro storia replica sorridendo: "Vuol dire che c’è un pezzo di storia che ha lasciato una traccia che ha reso l’Italia più civile e più libera e che è ancora viva e che quindi vale la scommessa di impegnarsi per vincere anche questa battaglia".

Un accenno leggero a quel partito socialista che lui non ha mai abbandonato. Certo non sono più i tempi del garofano, ma nemmeno Giani ha mai rinnegato la sua storia socialista. Anzi. Ieri davanti a loro i candidati più âgée schierati per la presentazione si son goduti la scena.