
l sindaco Federico Ignesti sorride al nuovo rinvio sulla vicenda
Circa undici milioni di euro: è la cifra che il Comune di Scarperia e San Piero era chiamato a sborsare, a favore di vari componenti ed eredi della famiglia Corsini, ai quali, nei primi anni 2000 l’allora Comune di San Piero a Sieve espropriò 17 ettari di terreni, per la realizzazione di un’area produttiva. Esborso che è rimandato a data da destinarsi – sicuramente ancora diversi anni -, perché la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza con la quale la Corte di Appello di Firenze condannava il Comune a pagare. Scarperia e San Piero aveva fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza, presentando vari rilievi. Ne sono stati accolti un paio, sufficienti per rinviare tutto davanti alla Corte d’Appello.
La Cassazione ha rilevato carenze di motivazioni e poca chiarezza in ordine alla determinazione degli oneri di urbanizzazione da detrarre dal calcolo dell’indennità di esproprio. Tutto da rifare dunque, e il sindaco Federico Ignesti non nasconde la propria soddisfazione per questo nuovo rinvio. Il caso dell’esproprio Corsini era ed è sicuramente la dote più pesante e problematica portata dal Comune di San Piero a Sieve nella fusione con Scarperia. Quando si procedette agli espropri e si fissarono gli indennizzi agli espropriati, subito i proprietari di quelle aree fecero ricorso, giudicando troppo basso il prezzo stabilito. Nel frattempo è mutata anche la legislazione di riferimento, a vantaggio dei proprietari, con l’esproprio non più pagato attraverso una formula che prevedeva una media tra il valore dominicale dei terreni e un valore di mercato, bensì determinato dal solo valore di mercato, ben più alto.
Tanto che nel caso dei terreni Corsini, si è passati da un milione di euro a oltre undici milioni di euro. Ma di sentenza in sentenza i Corsini non hanno ancora riscosso un centesimo. Per questo uno di loro, Clemente Corsini ora si dice felice per l’ordinanza della Cassazione. "L’attendevamo da anni. Ora si potrà tornare davanti alla Corte d’Appello per far valere i nostri diritti rispetto a un incredibile esproprio di 17 ettari di terreno, a un prezzo irrisorio". Anche il sindaco esprime soddisfazione. Visto che il tempo in cui il Comune di Scarperia e San Piero dovrà sborsare quella consistente cifra, si dilata ancora: "Passeranno altri anni - nota Ignesti -, e se il giudizio della Corte d’Appello non fosse a noi favorevole, torneremo certamente in Cassazione".
Tempi lunghi, dunque. "L’esperienza del passato – dice il sindaco –, ovvero il tempo intercorso tra i due giudizi di appello e i due in Cassazione parla, nel primo caso di otto anni, nel secondo di dieci anni".
Paolo Guidotti