
Eric Chenaux, prima di tutto viene l’amore: la poesia jazz si apre al folk e al pop
Il neo folk, il jazz e le sue contaminazioni tornano al centro della rassegna Glorytellers del Musicus Concentus, che domani alle 21,15 torna ad animare le atmosfere della Sala Vanni di piazza del Carmine con il concerto di Eric Chenaux. Il musicista canadese, che negli ultimi dieci anni ha rivoluzionato il mondo e il senso del songwriting di matrice jazz, arriva a Firenze per presentare dal vivo il suo ultimo album solista "Say Laura", secondo miglior disco del 2022 per la rivista Blow Up e il precedente "Slowly Paradise" (del 2018), altro capolavoro, che gli era valso la copertina di The Wire. Due dischi che affrontano con intensità la relazione tra struttura e improvvisazione, sviluppata in modi molto particolari. In fondo quelle di Chenaux sono canzoni d’amore, che Eric canta con voce dolce e limpida, mentre la chitarra si piega delicatamente, diverge e scompone. A dispetto di un’innegabile vena iconoclasta, la musica dello storyteller di Toronto rimane meravigliosamente calda, generosa e accessibile, soprattutto alle persone sensibili. Dal 2006 Chenaux incide per la Constellation Records, una etichetta che spazia dal folk più avventuroso, sontuoso e decostruito, al jazz, per poi innamorarsi di (e quindi valorizzare) ballate di influenza pop. Eric compone anche colonne sonore e musica per la danza, e collabora regolarmente con altri artisti: come Marla Hlady, con la quale ha realizzato numerose installazioni sonore, e il regista Eric Cazdyn, con cui ha realizzato il film Play the Cube nel 2014. G. B.