FIRENZE
La vicenda della eredità rubata dall’avvocato al suo assistito finisce con la prescrizione. Ma Stefano Bertini, toga radiata dall’Ordine, in passato difensore del compagno di merende Giancarlo Lotti al processo mostro bis ed ex consigliere di Palazzo Vecchio nelle file del centrodestra, dovrà ugualmente risarcire la persona offesa, il cingalese Hetti Kumara. Così ha stabilito la corte d’appello di Firenze, che ieri ha sancito che il tempo ha cancellato il reato di appropriazione indebita (e non furto) di cui era accusato Bertini, ma ritenendolo ugualmente responsabile del reato (in concorso con la bancaria Maria Grazia Cinausero, difesa dagli avvocati Nino e Federico D’Avirro), ha stabilito che l’entità del risarcimento da versare al suo assistito sarà stabilità dal tribunale civile. Secondo le accuse, Bertini, difeso dall’avvocato Luca Bisori, si sarebbe intascato 600mila euro di Kumara, prelevandoli dai conti bancari nel periodo in cui era anche amministratore del cingalese, ristretto in una Rems dopo il duplice omicidio di due connazionali che lo deridevano per il rapporto con il gioielliere di cui era badante e che gli lasciò un bel tesoro.
"Da un lato sono lieto che la Corte abbia stabilito la grave responsabilità sia dell’avvocato Bertini che della Cinausero, condannandoli entrambi al risarcimento nei confronti di Hetti - dice Paolo Florio, legale della persona offesa -; per altro verso è però sorprendente che una persona internata e quindi affidata allo Stato si veda sottrarre tutti i suoi denari e gli autori del fatto rimangano penalmente impuniti, senza risarcire un euro, perchè lo stesso Stato ha messo troppo tempo a giudicarli".
ste.bro.