Eolico La mobilitazione dei contrari. Veglia e protesta sotto la sede del Tar

Il tribunale sta per decidere sul ricorso per il maxi impianto. II comitato: "Pronti al Consiglio di Stato" .

Eolico La mobilitazione dei contrari. Veglia e protesta sotto la sede del Tar

Eolico La mobilitazione dei contrari. Veglia e protesta sotto la sede del Tar

Cresce l’attesa per la sentenza che potrebbe dare il via libera, o un pesante stop al progetto di realizzare un grande impianto eolico, sette pale giganti sui crinali del Giogo di Villore e di Corella, tra i comuni di Vicchio e Dicomano. Il Tar infatti sta per decidere sul ricorso presentato da Italia Nostra e Club Alpino contro la Regione per l’annullamento di tutti gli atti di approvazione del progetto di impianto eolico mugellano. E così gli oppositori all’eolico di Villore hanno aumentato la mobilitazione. Ieri sera il Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani ha avviato una veglia in piazza Santissima Annunziata, una veglia iniziata nel pomeriggio con musica, teatro, mostre e banchini informativi e durata fino a mezzanotte, per poi trasferirsi, oggi, davanti alla sede del Tar. "La piana si difende a partire dai monti", ripetevano ieri sera, con riferimento alle alluvioni recenti che hanno colpito l’area fiorentina e pratese. La sentenza del Tar non sarà comunque l’ultima trincea: "Se dovesse andare male, e se il ricorso dovesse essere rigettato, siamo pronti a rivolgerci al Consiglio di Stato", dice Leonardo Rombai, presidente della sezione fiorentina di Italia Nostra. Che ricorda il senso di questo ricorso. "Si parla di transizione energetica, e siamo tutti d’accordo a ridurre le emissioni di CO2, ma non può essere fatto a danno di una montagna fragile e purtroppo, come sappiamo, pericolosamente sismica. In questo caso c’è una incompatibilità che i geologi hanno messo in luce in recenti studi". "Le pale eoliche - aggiunge Rombai - si devono collocare dove c’è compatibilità e non dove danneggiano in modo così grave un territorio in cui esiste una rete di sentieri storici". Poi l’affondo: "Purtroppo la Regione e il Governo hanno forzato le leggi e le norme, andando contro i pareri della Soprintendenza, del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e del Comune di San Godenzo". I proponenti del progetto invece si dicono tranquilli: "il percorso autorizzativo è stato ampio, profondo e dettagliato – si sottolinea da AGSM- . Il pronunciamento ambientale positivo e l’autorizzazione unica rilasciata dalla Regione sono a nostro giudizio inattaccabili".

Nicola Di Renzone

Paolo Guidotti