CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Eike Dieter Schmidt: il fauno danzante che sfida Firenze

Vocione austero graffiato dall’accento della Foresta Nera ai bordi della quale è nato 56 anni fa, a Friburgo. Occhi elettrici...

Vocione austero graffiato dall’accento della Foresta Nera ai bordi della quale è nato 56 anni fa, a Friburgo. Occhi elettrici che fissano prima di incenerire con una battuta sorniona degna del Perozzi in "Amici Miei". Eike Dieter Schmidt, o solo Eike che fa più pop, è quel fauno danzante che lui stesso negli otto anni alla guida della galleria, sbirciava nella tribuna degli Uffizi: marmo duro pronto a schizzar fuori dalla pietra per spiegare a tutti come si balla. Con le sue regole. A costo di far sudare per sette mesi ai rivali l’ufficialità della candidatura. Tre giorni fa ha gelato chi lo accusava di voler due poltrone, Capodimonte e Palazzo Vecchio: "Se fossi eletto mi dimetterei, solo il Pd napoletano ha già la certezza della mia elezione". Era il lampo, prima del tuono, piombato ieri: "Mi candido, stiamo lavorando con due liste civiche". A sudare è stato pure il centrodestra che da settembre lo corteggia col ministro Gennaro Sangiuliano e il plenipotenziario meloniano, Giovanni Donzelli, in veste di sherpa di lusso. L’assalto alla sala di Clemente VII durerà 60 giorni. Ma il Pd sa che la sua campagna è iniziata da mesi. Non è stata campagna, ma guerriglia degna di un vietcong. Con decine di agguati. Come il missile che spara a febbraio, direzione Nardella: "Sono passato da piazza della Repubblica e ho visto un’enorme pubblicità ‘Ti sei meritata la Spagna’. Una vergogna. Raccomando al sindaco di fare una passeggiata a Firenze".

Perché è lì che l’italo-tedesco, dandy, con un amore viscerale per Firenze che studiava a scuola prima di arrivare qui negli anni ‘80 e trovarci pure la donna della sua vita, batte. Dove il dente duole ai meno incravattati, con Isee sotto i 30mila euro: affitti stellari, indotto nero del turismo, microcrminalità, rendita. Al centrodestra quella vena anti-establishment piace da matti. E se Schmidt fustiga la upper-class poco male: "Molti fiorentini sono tornati ai vecchi vizi - sentenziò quando uscimmo dal tunnel Covid - come voler fare i soldi veloci con chi arriva qui: la turistificazione al ribasso non ha un futuro". Ma tra i suoi già lo avvertono: non bazzicare troppo il centro, esistono anche Brozzi, Novoli, le Piagge, ci sono Tav e tramvia. Nardella lo sa e a febbraio affonda: "Schmidt conosce le periferie di Firenze come io la Lapponia". Intanto la candidata dem Sara Funaro lo stesso mese lancia il suo tour elettorale all’Isolotto. Schmidt però resta marmo puro: "Ci sono grandi problemi sia in centro che nelle periferie. Quello più grande è il degrado, la sicurezza. Come direttore degli Uffizi l’ho affrontato, l’approccio sarà più allargato alla città".

Già, gli Uffizi. Dalla sua, conta un addio col botto: 60 milioni di incassi e 5 milioni di visitatori nel 2023. A costo di scelte ‘eretiche’ come il selfie con Chiara Ferragni davanti alla Venere del Botticelli nel 2021. A giugno dell’anno dopo invece, quando alle Cascine si assiepano i fan di Metallica e Muse, lui carica sui social un mini video: abito blu, cravattone, riff di chitarra elettrica. "Ciao rockers, le Gallerie aspettano voi e i vostri fan". Perché il social-Schmidt è così: spiazza, parla a tutti e mette bocca su tutto. Specie su Nardella. Il sindaco copre con un drappo nero il David in segno di solidarietà per l’Ucraina e Schmidt tuona: "Coprire le statue equivale a una censura". Nardella lo azzanna per l’eterno cantiere nel piazzalone degli Uffizi: "Sarai ricordato per le gru" e lui lo schiaffeggia: "Tu per aver portato il Maggio al limite del fallimento e per le paninerie in città". La nuova linea Libertà-Bagno a Ripoli? "Mi piacciono le tramvie, ma quelle più moderne e senza pali in mezzo alla città". Fino al gelo del sindaco ieri: "Si candida contro insicurezza e degrado? Buona fortuna". Lui non replica. Sa che quella danza immobile da satiro di marmo fa ribollire il sangue agli avversari, li agita e ubriaca. Come li innervosisce il sondaggio di IV, al momento nemica dem in città, realizzato da Emg: Funaro tarata secca al 40%, Schmidt a ruota al 32%. Solo otto punti di distanza. Tanto misura per l’ex direttore il balzo dalla storia dell’arte, all’arte della politica. Poca roba, giocando le carte giuste in una campagna elettorale lampo. Per questo forse Schmidt ha già imparato che in politica gli auguri portano male.

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