
Pippo Baudo insieme a Carlo Conti – da tanti considerato il suo erede – in una foto postata sui social proprio dal conduttore fiorentino
Anche Firenze piange la morte del re della televisione italiana. Pippo Baudo era legatissimo alla Toscana e a Firenze dove, dal Teatro Puccini lanciò una giovanissima Loretta Goggi. Su quel palco, tra il 1968 e il 1970, il secondo canale radiofonico registrava il quiz ’Caccia alla voce’ degli autori toscani Silvano Nelli e Gianfranco D’Onofrio, condotto proprio dall’amato presentatore. Tra i tanti ospiti illustri anche la Goggi che inizialmente doveva sostituire l’attore Franco Rosi, assente per malattia: lei cominciò a esibirsi come imitatrice, riscuotendo molto successo, tanto che Pippo la volle con sé nel varietà domenicale ’La freccia d’oro’ e poi in altre trasmissioni. Il mito della tv si è spento sabato scorso a 89 anni, lasciando un grande vuoto anche all’ombra del Cupolone.
"Ciao Pippo, con te si spegne la tv, la tv che hai inventato, che hai fatto con amore e genio, quella tv dove hai creato cantanti e comici. Ti sono grato prima come spettatore poi immeritatamente come collega. Ciao Maestro" le parole di Carlo Conti, considerato il suo erede artistico. "C’era affetto e stima tra di noi. Quando spesso mi dicevano che ‘baudeggiavo’, io ne ero onorato. Pippo ha inventato un modo di fare televisione" racconta ancora Conti. Marco Masini, uno dei tanti talenti lanciati dal signore gentile della tv, lo ricorda così: "Grazie per la fiducia che mi hai dato e per tutto quello che hai fatto, per me e per tutta la musica". Addolorato anche Paolo Vallesi, "uno dei tanti che hai scoperto" scrive il fiorentino sui social esprimendo profonda gratitudine: "A te devo gran parte del merito per avermi dato l’opportunità di farmi conoscere e far conoscere la mia musica". La fiorentina d’adozione, Dolcenera lo saluta guardando al futuro: "Auguro alle nuove generazioni di relazionarsi con un direttore artistico e musicale, ideatore di spazi musicali dal vivo in tv che sia illuminante, competente e geniale come te". Un saluto carico d’affetto quello della campigiana Chiara Francini: "Ti ho amato Pippo. Con la riconoscenza di un’allieva e la fierezza di chi ha potuto camminarti accanto". Se Drusilla Foer si limita a un accorato "mi manchi", Leonardo Pieraccioni lo ricorda raccontando che il primo incontro era "in mutande", in camerino dopo uno show. Giorgio Panariello, travolto dalla commozione, dichiara: "Mi dispiace che molti dei giovani d’oggi non hanno avuto la fortuna di poter conoscere e vedere il lavoro di Pippo". Anche la sindaca di Firenze Sara Funaro si unisce al cordoglio: "Ha accompagnato intere generazioni con eleganza, professionalità e delicatezza. Lascia un grande vuoto", il governatore Eugenio Giani: "Con lui se ne va un pezzo d’Italia".
Barbara Berti