
Alcuni dei primi cittadini che ieri, a Sesto, ’guidati’ dal padrone di casa Lorenzo Falchi hanno esposto il loro piano
di Sandra Nistri
Si può fare. Ma occorre agire in fretta. La ripubblicizzazione dell’acqua all’interno della multiutility non sarebbe uno scenario irrealizzabile secondo 12 primi cittadini dell’Ato 3 dell’Autorità Idrica Toscana che, già nei mesi scorsi, avevano chiesto una serie di approfondimenti prima di procedere col bando per l’individuazione del nuovo socio privato di Publiacqua, la cui concessione per il servizio idrico è scaduta lo scorso 31 dicembre. Ieri, nella Sala giunta del Comune di Sesto, i sindaci di Sesto, Lorenzo Falchi, di Calenzano, Giuseppe Carovani, di Campi, Andrea Tagliaferri, di Borgo San Lorenzo, Leonardo Romagnoli, di Cantagallo, Guglielmo Bongiorno, di Vaiano, Francesca Vivarelli, di Castelfranco Piandiscò, Michele Rossi, di Agliana, Luca Benesperi, di Vicchio, Francesco Tagliaferri, di Rufina, Daniele Venturi, hanno presentato una precisa proposta in questo senso anche a nome dei ‘colleghi’ di Gambassi Terme e Carmignano, Sergio Marzocchi ed Edoardo Prestanti che non erano presenti.
"Ci era stato prospettato il fatto che all’interno della multiutility sarebbe stato impossibile mantenere Publiacqua pubblica – ha sottolineato in apertura il padrone di casa, Lorenzo Falchi – ma, in realtà, l’argomento ventilato secondo cui per l’integrazione all’interno di Alia Multiutility del servizio idrico sarebbe obbligatorio individuare un socio privato per Publiacqua non trova riscontri né normativi né economici. Sarebbero sufficienti, infatti, poche modifiche allo statuto di Alia, soprattutto in materia di controllo analogo, per consentire l’affidamento del servizio idrico in house a una Publiacqua interamente pubblica. Un passaggio che si può fare facilmente con una assemblea straordinaria di Alia". L’altro step, invece, sarebbe quello del riacquisto delle quote della società attualmente possedute da Acea, con un valore stimato in circa 100 milioni di euro.
Cifra sicuramente non bassa ma il ‘recupero’, secondo i sindaci promotori della proposta, potrebbe avvenire nelle more del piano di finanziamento da quasi un miliardo di euro annunciato da Alia Multiutility, dal momento che il valore delle azioni in mano al privato corrisponderebbe a circa un decimo di tale cifra. Con l’uscita dei privati, inoltre, verrebbe meno l’obbligo di distribuire dividendi che potrebbero così essere utilizzati per ripagare nel giro di alcuni esercizi l’investimento e in questo senso i sindaci presenti hanno dato la loro disponibilità a non incamerare i dividendi fino al recupero della somma versata.
La proposta però, e questo è un ulteriore scoglio, dovrebbe essere accolta, o almeno esaminata, in tempi stretti perché la data di pubblicazione del bando per l’individuazione del socio privato di Publiacqua sembra essere arrivata alla stretta finale ed è prevista per i prossimi mesi, con tutta probabilità prima della scadenza delle elezioni regionali. "Si tratta di una scelta politica – ha spiegato al proposito il sindaco di Borgo San Lorenzo Leonardo Romagnoli - ed è un dovere politico quello di rispondere dopo il pronunciamento, nettissimo, del referendum sull’acqua pubblica del 2011 con una schiacciante vittoria del sì. Se c’è qualcuno che ha cambiato idea quelli non siamo certo noi".
Un ‘drappello’ trasversale quello dei sindaci ‘per l’acqua pubblica’ in cui figura anche un primo cittadino espressione del centrodestra, il sindaco di Agliana, Luca Benesperi: "Certe battaglie – ha detto – non hanno colore politico. Io devo dire che quando ci fu l’ingresso del privato pensavo potesse esserci una gestione migliore del servizio idrico con un aumento di servizi e una diminuzione dei costi ma così non è stato, anzi. È necessario percorrere una strada diversa e occorre fare in fretta perché la gara è vicina".