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Cronaca

“Dmail vuole chiudere il negozio di Pontassieve e trasferire i dipendenti”. La rabbia della Cgil

L’accusa del sindacato: “L’azienda sa perfettamente che nessuno può permettersi un trasferimento di oltre 300 chilometri. Sono licenziamenti mascherati”

Una protesta di lavoratrici (Foto di repertorio)

Una protesta di lavoratrici (Foto di repertorio)

Firenze, 5 dicembre 2024 – La decisione di Dmail di chiudere il negozio di Pontassieve e trasferire i 12 dipendenti ad Arcore, in provincia di Monza, sta gettando nello sconforto i lavoratori.

La Filcams Cgil parla apertamente di “licenziamenti collettivi mascherati”.

“L’azienda sa perfettamente che nessuno può permettersi un trasferimento di oltre 300 chilometri, oltretutto con gli stipendi previsti”, denuncia il sindacato. E ancora: “Alcuni lavoratori sono part-time e tutti hanno affetti e legami familiari radicati sul territorio”.

Dmail, specializzata nella vendita di arredi e oggettistica, è stata di proprietà del gruppo Percassi fino al settembre 2023, quando è passata sotto il controllo di Kasanova, leader nel settore di pentole e stoviglie. L’arrivo di Kasanova aveva inizialmente portato speranza: “L’azienda dichiarava di voler puntare sulle competenze dei lavoratori di Pontassieve per rilanciare il marchio, studiando il prodotto, i compratori e le strategie di marketing”, ricorda la Filcams Cgil.

Purtroppo, come sempre più spesso accade, la situazione è cambiata rapidamente: “Dopo queste promesse, sono arrivate le voci di chiusura della sede e il trasferimento forzato dei dipendenti ad Arcore”, dicono dal sindacato, che dall’estate scorsa sta cercando di trovare un accordo con l’azienda, in modo da tutelare i posti di lavoro nel territorio, dove le crisi aziendali stanno raggiungendo un picco pauroso: “Abbiamo proposto soluzioni concrete, come il trasferimento in una sede più piccola e meno costosa, un maggiore utilizzo dello smartworking o un’organizzazione ibrida, con un solo giorno di lavoro ad Arcore e gli altri a Pontassieve”, spiega il sindacato.

Ma, nonostante gli sforzi, l’azienda si è mostrata indisponibile a qualsiasi trattativa, “dimostrando che l’intento vero è quello di sbarazzarsi dei dipendenti". Da ottobre, poi, “l’azienda non ha più risposto alle nostre sollecitazioni”. In Toscana, Dmail conta altri due negozi: uno a Firenze e l’altro presso il centro commerciale I Gigli di Campi Bisenzio.