Dopo due secoli e mezzo le tre antiche Veneri tornano insieme, con un palcoscenico tutto per loro. Eppure prima dell’ormai più celebre Venere di Botticelli, erano loro l’orgoglio degli Uffizi. Così come proprio ai marmi antichi si deve la nascita della Galleria, formatasi attorno alla statuaria classica, a cui si sono aggiunti poi i capolavori della pittura e non solo. Questo l’obiettivo della mostra “Divina Simulacra. Capolavori di scultura classica della Galleria“, (fino al 30 giugno) a pianoterra degli Uffizi. "È noto che le prime opere d’arte del complesso vasariano appena ultimato, negli anni Ottanta del XVI secolo, furono i marmi antichi della collezione di Cosimo I, custoditi a Palazzo Pitti - spiega il curatore dell’Antichità classica degli Uffizi, Fabrizio Paolucci – . Si deve a Ferdinando I l’intuizione di collocare le pr sculture nel corridoio orientale dell’ultimo piano".
Nel corso del XVII secolo, le statue e i ritratti occupando il corridoio meridionale e, con Cosimo III, anche l’ occidentale. A Cosimo III si deve anche la sistemazione nella Tribuna di sculture antiche di grandi dimensioni. Fra queste la Venere dei Medici, destinata a diventare, nei due secoli successivi, l’icona e il simbolo del museo fiorentino. Per la mostra alcune delle opere classiche più celebri degli Uffizi sono così tolte dalle collocazioni storiche, per restituirle all’attenzione del pubblico. Ecco che la Venere dei Medici torna visibile da vicino ed è di nuovo circondata dalle effigi della Venere Aurea e la Caelestis, che, sino alla fine del XVIII secolo, le facevano da corona nella Tribuna. Sono poi accostate singole repliche di gruppi marmorei classici che di solito sono in punti diversi della Galleria. Così il Fauno danzante della Tribuna ritrova la Ninfa seduta nel secondo corridoio. Allo stesso modo, l’Arrotino, è avvicinato al Marsia appeso del terzo corridoio, Infine, la splendida serie di 12 erme antiche con ritratti di filosofi, atleti, poeti e statisti greci. "La collezione di scultura antica agli Uffizi è la più importante in Italia a nord di Roma - ha detto il direttore Eike Schmidt –, ed ha un ruolo centrale nella costituzione del museo, e come fonte di ispirazione per l’arte dei secoli successivi, e non limitatamente al Rinascimento.
Olga Mugnaini