BARBARA BERTI
Cronaca

Da rinnegata a potenziale alleata. Del Re oltre il 6%. "Ora vedremo"

La lista ’Firenze Democratica’ ottiene buoni consensi. "Porteremo la nostra voce in Consiglio comunale". E la stoccata: "Il ballottaggio si poteva evitare se il Pd avesse fatto le primarie di coalizione come avevo chiesto".

Da rinnegata a potenziale alleata. Del Re oltre il 6%. "Ora vedremo"

Da rinnegata a potenziale alleata. Del Re oltre il 6%. "Ora vedremo"

"Felice del risultato perché in così poco tempo, cinque mesi appena, la voce di Firenze Democratica è riuscita ad affermarsi". Cecilia Del Re, l’assessora defenestrata dalla giunta Nardella per aver chiesto di riaprire il dibattito sul passaggio della tramvia in piazza Duomo, con la sua civica ’Firenze Democratica’ sorpassa il 6% (6,20%), andando oltre le previsioni della vigilia. "Siamo solo all’inizio del percorso che porterà la voce di Firenze Democratica in consiglio comunale" ribadisce (lo aveva già dichiarato in Santissima Annunziata, il salotto cittadino scelto per la chiusura della campagna elettorale) nel lungo pomeriggio dello scrutinio, dal suo ’fortino’ di piazza Tasso, in un clima tutto sommato sereno.

Fin dall’apertura delle urne, alle 14 di ieri, al Comitato elettorale di via Gordigiani 72 si respirava cauto ottimismo anche se nessuno voleva commentare lo spoglio e il testa a testa con Stefania Saccardi di Iv. Ma per ogni sezione che arrivava il popolo di Cecilia guardava con fiducia i numeri e sperava. D’altronde "tanti fiorentini ci hanno ascoltato" sottolinea Del Re che, dopo una campagna porta a porta, oltre ai voti dei suoi fedelissimi e degli scontenti del Pd ha racimolato consensi anche grazie all’endorsement del professore universitario Tomaso Montanari con cui, inizialmente, sembrava ci fossero le condizioni per un vero patto. Ma, alla fine, la corsa in solitaria basata sui temi e sulle necessità della città l’ha premiata. E ora, al ballottaggio, forte del risultato, potrebbe essere l’ago della bilancia insieme a Saccardi. Per pensare al secondo turno, però, c’è ancora tempo. "Vediamo che succederà, ci confronteremo con gli iscritti" dice a caldo Cecilia che, per come l’abbiamo conosciuta in questi ultimi mesi, non sembra proprio una politica che scende a compromessi. Quando a marzo 2023 è stata allontanata dalla giunta, dichiarò subito e senza remore che il tracciato tranviario "è stato un pretesto per compiere una manovra, un rimpasto di giunta", un tentativo di mettere il silenziatore a una delle candidate in pectore alla poltrona di sindaco, capace di costruire rapporti trasversali sia nel Partito democratico che esternamente, fra le varie anime della città.

Ma Cecilia non si è silenziata. E’ uscita dalla giunta ma non dalla scena politica fiorentina dando vita a Firenze Democratica, una creatura tutta sua ma aperta al dialogo. Ha chiesto a gran voce le primarie del centrosinistra, quelle primarie che il Pd non ha voluto fare e così ha fatto tutto da sola affrontando una campagna elettorale, senza traino europeo, polarizzata su Meloni e Schlein e, a cascata a Firenze, su Sara e Eike. "E ora eccoci qui, al ballottaggio che poteva essere evitato con le primarie, con la scelta di una candidatura forte e condivisa. Ne sono le riprova Scandicci e Bagno a Ripoli dove sono state fatte le primarie e ora il Pd ha vinto al primo turno" ricorda ancora Del Re. "Anche a Prato la vittoria di Bugetti è frutto di una cadidatura condivisa arrivata al termine di un lungo confronto - continua -. A Firenze, invece, c’è stata una decisione anticipata di sei-sette mesi che addirittura ha anticipato le coalizioni e pure un programma e progetto della città". E mentre lo spoglio delle schede si sta ultimando, la democratica Cecilia si toglie altri sassolini dalle scarpe. "Sappiamo che il Pd non ha voluto parlare di un progetto di città, non ha voluto mettere in discussione alcune scelte per interpretare i bisogni e le necessità crescenti che Firenze doveva e stava affrontando".