OLGA MUGNAINI
Cronaca

Cultura, i riflettori del governo. Mazzi: "Cutaia resterà al Maggio. La Pergola? Ha poca attrattiva"

Il sottosegretario: "Il problema non sono i costi ma quanto un teatro rende e piace al pubblico. Il lavoro all’ente musicale del commissario funziona, potrebbe diventarne il sovrintendente".

Cultura, i riflettori del governo. Mazzi: "Cutaia resterà al Maggio. La Pergola? Ha poca attrattiva"
Cultura, i riflettori del governo. Mazzi: "Cutaia resterà al Maggio. La Pergola? Ha poca attrattiva"

A dicembre sapremo se l’Unesco accetta di inserire l’Opera italiana nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità. Lo ha ricordato il sottosegretario alla cultura Gianmarco Mazzi a Palazzo Vecchio, ieri, nel corso degli Stati generali della cultura. Il teatro del Maggio è senz’altro un pezzo importante di quel patrimonio.

Sottosegretario Mazzi, com’è lo stato di salute del Maggio dopo la cura del commissario Onofrio Cutaia?

"E’ un lavoro che sta andando avanti. Siamo ancora nella fase di consolidamento, ma siamo fiduciosi su ciò che sta facendo Cutaia e quindi per noi da qui riparte il rilancio del Maggio, su cui abbiamo molte speranze, perchè è uno dei teatri più importanti d’Italia, e deve tornare ad avere il livello che merita".

Cutaia resterà anche dopo il suo incarico da commissario nella veste di sovrintendente?

"Probabilmente sì, parleremo con gli altri soci del Maggio per trovare una soluzione, perchè i risultati migliori si ottengono laddove esiste un rapporto forte con gli enti territoriali".

Tra le istituzione di valenza nazionale c’è anche il teatro della Pergola. Come lo vede?

"C’è del lavoro da fare anche lì..."

Da che punto di vista?

"Diciamo che serve rafforzare e infondere nuovo entusiasmo e voglia di fare. Noi lavoriamo per questo, oltre a dare stabilità e organizzaazione alle strutture".

La Pergola è un po’ costosa da quello che avete visto dalle relazioni dei commissari?

"Il problema non è quanto costa la cultura di pregio, ma quanto, fra virgolette, ’rende’. Perchè se un asset culturale rende più di quanto costa, non si mette in discussione. E’ vero che le attività devono essere ispirate ai massimi risultati artistici, ma ci devono essere anche criteri di management culturale, che forse in Italia sono un po’ mancati. Per troppo tempo si è parlato un po’ solo dell’arte, come dire, ’astratta’. Invece noi crediamo ci debba essere attenzione di management, al marketing e alla comunicazione, per raggiungere fasce a cui fino a poco tempo fa non si pensava, e che invece non vanno trascurate".

Quindi quando parla di lavoro sulla Pergola intende riequilibrio fra investimento e ritorno?

"Il ritorno non è solo economico. Penso al peso culturale, ai numeri del pubblico, a quanto riesci ad attrarre. Dico sempre che vorrei introdurre l’indice di produttività artistica, facendomelo certificare da una grande società internazionale. I criteri artistici sono importanti, ma sono discrezionali. Il gradimento pubblico invece è un criterio oggettivo più di altri, perchè dobbiamo proporre qualcosa che parli a molta gente".

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