Crollo di via Mariti, un mese dopo. La tragedia, le indagini, il futuro dell’area: Firenze ricorda gli operai morti

Alle 8,52 di venerdì 16 febbraio una trave si stacca dallo scheletro del futuro supermercato e causa la morte di cinque persone. Domani il corteo a 30 giorni dalla strage

La disperazione degli operai nel cantiere Esselunga di via Mariti (Foto Germogli)

La disperazione degli operai nel cantiere Esselunga di via Mariti (Foto Germogli)

Firenze, 15 marzo 2024 – Ventinove giorni. O se preferite, un mese domani. Tanto è passato da quel maledetto 16 febbraio, giorno del tragico crollo nel cantiere di via Mariti a Firenze. Cinque operai, cinque vite spezzate dal collasso di una trave in cemento che col suo carico di morte si è portata dietro tre solai e tonnellate di calce viva. Uno dei peggiori incidenti sul lavoro della storia italiana, sicuramente il più grave accaduto a Firenze da un bel po’ di anni a questa parte.

La mappa del cantiere Esselunga di via Mariti, dove nella mattina di venerdì 16 febbraio 2024 è avvenuto il crollo
La mappa del cantiere Esselunga di via Mariti, dove nella mattina di venerdì 16 febbraio 2024 è avvenuto il crollo

Dalle 8,52 di quel giovedì è passato quasi un mese, ma il ricordo è ancora vivo nella mente di chi ha vissuto quegli attimi. Le immagini del crollo, le sirene delle ambulanze, la sensazione che qualcosa di grave fosse accaduto fin da subito. Il bilancio finale parlerà di cinque morti e tre feriti, ma per sapere cosa sia veramente successo, capire cosa abbia innescato il crollo e stabilire eventuali responsabilità servirà ancora del tempo.

Ore 8,52, la terra trema a Firenze

I primi testimoni hanno sempre parlato di un boato “simile a quello di un terremoto”. Alle 8,52 di venerdì 16 febbraio, una trave in cemento di 20 metri, pesante all’incirca 5 tonnellate, si stacca da quello che è destinato a diventare il nuovo supermercato Esselunga in via Mariti, tra i quartieri di Novoli e Rifredi a Firenze. In quel momento ci sono diversi operai al lavoro. Dopo pochi minuti partono le drammatiche chiamate al 118. “Pronto emergenza? Correte, è crollato tutto”.

Scattano immediatamente le operazioni dei sanitari che si attivano mobilitando ambulanze, ospedali, e allertando anche vigili del fuoco e forze di polizia. Tre di loro, quelli che si trovano al lavoro all’ultimo piano, riescono a salvarsi, ma per i cinque che si trovano al livello inferiore non c’è scampo. Inizialmente si parla di un morto, poi nel corso della giornata le vittime salgono a tre. Ma sotto le macerie si cercano ancora due dispersi

Il drammatico bilancio. Chi erano le cinque vittime

Dopo giorni di ricerche, il bilancio ufficiale della tragedia si ferma a cinque morti e tre feriti. A perdere la vita nel crollo di via Mariti sono Luigi Coclite, residente a Collesalvetti (Livorno), nella frazione di Vicarello. Era originario dell'Abruzzo e lavorava per una azienda nel pisano. Sarà il primo ad essere ritrovato. Taoufik Haidar, 43 anni, dalla scorsa estate viveva a Chiuduno, in provincia di Bergamo, dopo aver vissuto per diversi anni a Palazzolo sull'Oglio, comune in provincia di Brescia al confine con la provincia bergamasca.

Decine di soccorritori nel cantiere di via Mariti (Foto Germogli)
Decine di soccorritori nel cantiere di via Mariti (Foto Germogli)

Mohamed El Ferhane, marocchino di 24 anni e Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni, erano entrambi residenti a Palazzuolo sull'Oglio, così come il 56enne marocchino Bouzekri Rahimi, l'ultimo disperso ritrovato sotto le macerie. Dalle indagini emerge anche che alcuni di loro erano irregolari sul territorio italiano. 

I sospetti: cosa ha scatenato il crollo?

A causare il crollo potrebbe, anzi dovrebbe essere stato un appoggio posto quasi al centro del blocco di cemento, lato via Giovanni Da Empoli, del futuro stabilimento Esselunga. Sopraffatto da un peso che sulla carta non avrebbe dovuto essere troppo per quella mensola, è venuto giù con il suo carico di morte. Parlando il linguaggio degli ingegneri, la mensola era inserita in un corpo trave che a sua volta sorreggeva altri travi, compreso quella di quasi 20 metri, e 5 tonnellate di peso, che cadendo si è spezzata. In quel punto il cemento si è sbriciolato.

Mentre il cedimento iniziava, forse per l’effetto leva, nella via posta sul retro del futuro centro commerciale, una piccola piastrella cadeva. Lo testimonia un video di un’azienda; lo stesso filmato che inquadra - una frazione di secondo più tardi il distacco esterno della piastrella, che coincide con il crollo interno - l’abbattimento del finestrone di cemento che sfiora una scuolabus in sosta. Le ipotesi non sono molte. O quel componente in cemento armato era nato male, oppure c’è stato un errore progettuale, e anche molto grosso, di calcolo dei pesi. Intanto in procura viene aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio plurimo colposo e crollo colposo.

Le indagini sul crollo

Tra i migliaia di file acquisiti dagli inquirenti risulta anche uno scambio di mail nel quale si parla delle criticità strutturali emerse in alcuni prefabbricati presenti nel cantiere Esselunga di via Mariti. Messaggi inviati prima del tragico crollo della trave, nei quali tecnici e responsabili delle ditte coinvolte nella costruzione del supermercato (sia nei lavori di esecuzione all’interno del cantiere, sia in quelli di progettazione dei prefabbricati) era allarmati per i "difetti" tecnici di alcuni componenti edili.

Un soccorritore vicino alla trave che si è spezzata
Un soccorritore vicino alla trave che si è spezzata

Queste mail, insieme a terabyte e terabyte di materiale estratto da smartphone, pc, tablet, chat Whatsapp e messaggi di posta elettronica, sono finiti dentro il fascicolo d’inchiesta – in mano ai pm Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone – nel quale i reati restano sempre quelli omicidio plurimo colposo e crollo colposo. Accanto ai materiali cosiddetti ’virtuali’ ci sono poi le centinaia e centinaia di copie cartacee di progetti, fogli di calcoli, tabelle tecniche che la polizia ha acquisito nei giorni scorsi nelle sedi della società coinvolte.

Il corteo e la manifestazione

Nei giorni successivi al crollo, i sindacati Cgil e Uil organizzano un presidio e una manifestazione per chiedere più tutele sul lavoro.

Puntano il dito contro il sistema degli appalti e dei subappalti (solo nel cantiere Esselunga erano al lavoro circa 30 ditte) e chiedono l’intervento della politica. L’iniziativa raduna migliaia di persone.

Cosa doveva nascere in via Mariti e cosa chiedono ora i comitati

Nell’area di via Mariti, sede dell’ex panificio militare, oltre al nuovo supermercato Esselunga erano previsti 5200 mq di aree di uso pubblico suddivise tra un giardino (oltre 3100 mq all’angolo fra via Ponte di Mezzo e via Mariti) e un parcheggio alberato a raso (oltre 2100 mq con accesso e uscita da via Mariti). I due livelli interrati erano destinati a parcheggio di servizio alla struttura commerciale per circa 536 posti auto. Esselunga si era inoltre assunta l’onere della realizzazione di arredi urbani e di una pista ciclabile.

Tanti abitanti del quartiere hanno lasciato mazzi di fiori al cantiere della strage
Tanti abitanti del quartiere hanno lasciato mazzi di fiori al cantiere della strage

Dal comitato “16 febbraio”, assemblea formata da abitanti e commercianti della zona di Ponte di Mezzo all’indomani della strage, arriva però una proposta diversa: realizzare un parco intitolato alla memoria degli operai morti. "Ci stiamo organizzando, tutto è nato spontaneamente durante la fiaccolata del 18 febbraio scorso, davanti al cantiere. L’assemblea è aperta a tutti ma non deve essere strumentalizzata per fini politici o sindacali". Intanto però domani, 16 marzo, a un mese esatto dalla tragedia l’associazione promuoverà un presidio davanti al cantiere e in quell’occasione inizierà la raccolta firme per il parco pubblico.

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