Crollo di Firenze, la mensola non ha retto. Così è cominciata la strage nel cantiere di via Mariti

Gli inquirenti si concentrano sul corpo trave da cui si è innescata la catena di crolli. ll rebus delle ditte che stavano lavorando: alcune squadre erano in “distacco“

Firenze, 22 febbraio 2024 – Un appoggio posto quasi al centro del blocco di cemento, lato via Giovanni Da Empoli, del futuro stabilimento Esselunga è venuto giù, sopraffatto da un peso che non avrebbe dovuto essere troppo, per quella mensola.

Sarà un lavoro lungo e complesso, ma intanto ci sono i primi punti fermi, nell’inchiesta sul crollo di via Mariti costata la vita di cinque operai.

Uno è appunto quello da cui è iniziata la dinamica del crollo. Si tratta di una mensola, parlando il linguaggio degli ingegneri, inserita in un corpo trave che a sua volta sorreggeva altri travi, compreso quella di quasi 20 metri, e 5 tonnellate di peso, che cadendo si è spezzata. In quel punto il cemento si è sbriciolato. Mentre il cedimento iniziava, forse per l’effetto leva, nella via posta sul retro del futuro centro commerciale, una piccola piastrella cadeva.

Lo testimonia un video di un’azienda; lo stesso filmato che inquadra - una frazione di secondo più tardi il distacco esterno della piastrella, che coincide con il crollo interno - l’abbattimento del finestrone di cemento che sfiora una scuolabus in sosta.

E’ un documento importante, perché serve a dare una sequenza temporanea degli eventi che alle 8.52 di venerdì scorso si sono succeduti in rapidissima serie, fino a provocare la morte immediata di Luigi Coclite, Mohamed El Ferhane, Mohamed Toukabri, Bouzekri Rahimi, Taoufik Haidar. Le cinque vittime si trovavano tutte sotto al solaio crollato. Miracolosamente salvi i tre muratori rumeni che si trovavano proprio sul solaio venuto improvvisamente giù, intenti a fare la “gettata“ del cemento.

C’era un problema su quella mensola. E le indagini dovranno stabilire quale sia questo problema. Una falla macroscopica, comunque, perché è bastata l’aggiunta di qualche metro cubo di cemento a farla emergere.

Le ipotesi non sono molte. O quel componente in cemento armato è nato male, oppure c’è stato un errore progettuale, e anche molto grosso, di calcolo dei pesi.

L’esatta causa la stabilirà una consulenza che i pubblici ministeri Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone assegneranno a breve, non appena le prime informative di squadra mobile, polizia scientifica e postale e nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri, ispettori Asl, giungeranno sui tavoli della procura.

A quel punto, arriveranno anche gli avvisi di garanzia. Ieri, con l’affidamento dell’autopsia, non ne sono stati emessi.

Intanto, si stanno ultimando le acquisizioni di progetti e contratti presso le imprese, da Esselunga in giù, che hanno un ruolo nel cantiere di via Mariti.

Particolare attenzione, inevitabilmente, è concentrata sulla Rdb Italprefabbricati, colosso del settore che ha concepito lo scheletro del supermercato e la struttura delle travi e i suoi sostegni, compreso quello che ha ceduto.

Rdb Italprefabbricati progetta e produce (la trave “incriminata“ è uscita dallo stabilimento di Alseno, Piacenza), ma il montaggio “sul campo“ - a Firenze come in altri cantiere gemelli - viene affidata a un’impresa subappaltatrice: anch’essa è stata “visitata“ dalla polizia.

E poi, in queste ore, gli inquirenti cercano di far luce nel non sempre chiaro mondo dei cantieri. Emerge, anche dagli accertamenti nel cantiere di via Mariti, il fenomeno diffuso del “distacco“, ovvero della creazione di piccole squadre di lavoratori che per conto dell’impresa principale compiono lavorazioni specifiche sovente perfino con strumenti e attrezzature proprie.

Un ulteriore vicolo che non si sa dove porti, nel labirinto di imprese accreditate ad accedere al cantiere di via Mariti: oltre sessanta, di vario genere. Dovrebbero essere coordinate da specifici piani di sicurezza, soprattutto quando più aziende si trovano a operare contemporaneamente. Venerdì mattina, il giorno della strage, alla nuova Esselunga stavano lavorando tre ditte diverse.

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