"Così ci siamo liberati da chi ci stava sfruttando"

Le storie di quattro migranti che ce l’hanno fatta grazie al progetto Soleil

Sono arrivati in Italia cercando una vita migliore. Ma si sono scontrati con lo sfruttamento e l’illegalità. Infine, grazie al progetto Soleil, hanno iniziato un percorso diverso, fatto di contratti regolari e tutele. I Servizi di orientamento al lavoro ed empowerment interregionale legale (Soleil appunto) sono frutto di un bando ministeriale, che vede la Regione Toscana in partenariato con Lazio, Abruzzo, Marche e Molise, e in rete con soggetti pubblici e privati (tra cui Cgil e ‘L’Altro Diritto’). I casi presi in carico in Toscana nell’ultimo anno sono 72, anche in collaborazione con la Caritas e a seguito di alcune inchieste sul lavoro nero.

Ieri, quattro migranti coinvolti hanno incontrato il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, al Festival Sabir di Prato: Mame Mor Dienghe, 38 anni, del Senegal, due giovani pakistani che devono restare anonimi per motivi di tutela e indagini e infine Khalid Waqar, 34 anni, pakistano, anche lui sostenuto dalla Cgil nell’uscita dallo sfruttamento e che, dal 1° maggio, chiederà il distacco dalla attuale azienda, per dedicarsi all’attività sindacale. Nel frattempo, ad Arezzo, ha trovato anche l’amore, sposandosi nel 2022. Terribili i racconti dei viaggi, ma anche delle prime esperienze nel nostro paese. Chi è arrivato dal Pakistan lo ha fatto a piedi, in un’odissea fatta di continue richieste di denaro (fra gli 8 e i 15mila euro per il viaggio), violenze in caso di mancati pagamenti, respingimenti alle frontiere, traversate a remi in mare e ore alla deriva. Poi, l’arrivo in Italia, la gioia per un nuovo inizio che però si è trasformato in un incubo. I ragazzi parlano di mesi di lavoro in ditte della moda (spesso gestite da imprenditori cinesi o pakistani) a 4 euro l’ora per 12 ore al giorno, ma anche di impieghi in ristoranti o aziende agricole italiane con contratti di poche ore che nascondevano dei full time. Qualcuno riceveva la differenza a nero, altri neppure quella. Un ragazzo, lavorando a contatto con una collega malata (nonostante le proteste) ha contratto la tubercolosi. Tutti però sono stati poi intercettati da Soleil, riuscendo a cambiare azienda e a ottenere un apprendistato finalizzato all’assunzione.

"La Toscana ha scelto la strada dell’impegno per garantire diritti e dignità a ogni persona, a partire dal lavoro – ha detto l’assessora regionale Alessandra Nardini -. Il progetto Soleil ne fa parte". "Queste storie ci raccontano quanto sia urgente cambiare le politiche migratorie – ha dichiarato Gessica Beneforti, segreteria Cgil Toscana - e rendere possibile l’ingresso in Italia per la ricerca di lavoro". "Presso la sezione immigrazione del Tribunale di Firenze – ha dichiarato Emilio Santoro (L’altro diritto) – i giudici hanno inviato, in questa fase sperimentale del progetto, circa 40 casi di possibile sfruttamento. Per 14 il Tribunale ha già emesso un provvedimento, riconoscendo in 11 lo sfruttamento rilevato dallo sportello. E tre persone hanno concluso o stanno per finire il percorso di reinserimento lavorativo" "Il settore moda è esposto allo sfruttamento – ha detto Alessandro Picchioni (Filctem Cgil Firenze) -. Chiediamo ai grandi brand di accorciare le filiere e di confrontarsi su nuove modalità di controllo".

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