Dorina e il mistero dei genitori spariti. "Se n’erano andati dopo una lite in famiglia..."

Parla la figlia della coppia che per gli inquirenti potrebbe combaciare con i corpi fatti a pezzi e trovati nelle valigie

Dorina Pasho

Dorina Pasho

Firenze, 16 dicembre 2020 - E ora piange, Dorina. Ancora. "Adesso basta". E chiude il telefono. Improvvisamente ammutolita da qualcosa di cui non si parlava più da anni, da qualcosa di rimosso, di ormai silenzioso e lontano. Ma la verità, prima o poi, torna sempre a galla. Come un sacco gonfio che risale dal fondo di un fiume. O come una valigia, abbandonata in un prato incolto come spazzatura, lanciata da un’auto in corsa. E così tutto torna, anche i cadaveri. Anche il silenzio.

Perché il lungo filo rosso della misteriosa scomparsa dei genitori di Dorina – così inspiegabile, di punto in bianco, dalla notte al giorno – aveva iniziato a fluire nel febbraio del 2016. Con un appello, e poi altri. Fino ad arrivare alle telecamere di ’Chi l’ha visto?’, anch’esse schiantatesi contro il muro di gomma del silenzio. "Il mio babbo e la mia mamma sono scomparsi da tre mesi, aiutatemi, non so dove sono", aveva detto. Implorato. Parlando e piangendo, piangendo e parlando.

I carabinieri indagarono, scavarono, ma nulla: Shpetim e Teuta Pasho sembravano essere caduti in una botola infinita, tra l’Italia e l’Albania. Forse per "allontanamento volontario", come fu detto allora. O forse no. Anzi, beh, di certo no. Perché dopo spuntano fuori quelle valigie. Prima una, poi l’altra. E dentro ci sono dei corpi. Così Dorina legge la storia sul giornale e chiama lei, subito, i carabinieri. Per sapere, per capire. Se sono loro quei corpi distrutti e smembrati. Ma che siano loro pare quasi che lo sappia già. Perché una figlia, in fondo, lo sente. Lo sa cosa è successo, nel profondo di se stessa.

E poi risponde al telefono dalla sua casa di Castelfiorentino, dove Dorina – impiegata in un’azienda che lavora le pelli a Certaldo – vive con due bambini e dove in passato ha avuto bisogno di un po’ di sostegno al reddito. E ci ha pensato il Comune, sì. "Una famiglia integrata – spiega il sindaco Alessio Falorni, sorpreso di trovarsi sulla scena di un film horror –. Uno di loro è anche impegnato nella nostra protezione civile".

 

Dorina, che è successo? "Ho contattato i carabinieri, che stanno svolgendo le indagini, per cercare di capire se ci sia un nesso fra la scomparsa dei miei genitori e quei corpi ritrovati, ma mi è stato spiegato che c’è da attendere l’esito dell’autopsia, c’è da fare il dna".  

Che altro le hanno detto? "Che se sono i miei genitori mi avvertiranno".  

Sono scomparsi da anni... "I carabinieri mi dissero che se ne erano andati volontariamente per una discussione familiare. Non abbiamo più saputo nulla di loro".  

Suo padre aveva un tatuaggio? Pare che uno dei cadaveri ne abbia uno. "Sì, il simbolo della speranza con l’anno in cui aveva fatto il militare".  

Come si vive così? "Come?".  

Senza sapere. "La vita va per forza avanti quando hai i figli da crescere, ma il pensiero è lì".  

Ha paura che siano loro? "Sì, certo. Il timore che siano loro c’è. Loro sono scomparsi lì, proprio in quella zona, fra Scandicci e Firenze, dove avevano preso in affitto una casa".  

Come l’ha saputo? "Avevo letto un articolo di giornale in cui si parlava del ritrovamento delle valigie ma all’inizio non mi sono preoccupata: parlavano di un uomo sui quarant’anni. Poi è emerso anche del ritrovamento della donna: il dubbio non può non venirti, i miei genitori sono scomparsi in due".  

Non resta che attendere. "Ho aspettato cinque anni, aspetterò la fine delle indagini".  

E come si sta ad aspettare cinque anni così? "Come sta una figlia che non sa niente dei propri genitori. Che va a letto la sera e, ogni notte, ha una sola domanda in testa, che non la fa dormire: dove sono?".  

Ma si è fatta un’idea di cosa può essere successo ai suoi genitori? Perché? "Adesso basta, non parlo più". E piange, di nuovo.

(Ha collaborato Samanta Panelli)  

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