Rogari
La buona volontà va sempre apprezzata. E la grande distribuzione si sta impegnando egregiamente per calmierare i prezzi, almeno quelli dei beni di prima necessità. È apprezzabile lo sforzo del governo di contenere i prezzi a monte, dialogando con aziende fornitrici dei prodotti primari. Tutti gli sforzi che vanno nella direzione del contenimento sono lodevoli e benvenuti. Ma mettiamo in conto che sono a termine e hanno un impatto limitato. L’economia ha le sue leggi incontrovertibili. Un’azienda non può produrre sottocosto e un sistema distributivo può avvalersi di economia di scala, ma non può vendere a prezzi non remunerativi. Alla fine si arriva al redde rationem e il costo dei fattori condiziona e per certi versi impone il prezzo finale.
Le operazioni di calmiere che si manifestano fra l’altro col rinvio del rialzo del prezzo di un bene scaricano sul futuro più o meno prossimo l’adeguamento dello stesso. Le uniche operazioni che gli attori in gioco possono mettere in campo con impatto strutturale sono quelle che incidono sui fattori che stanno all’origine del processo produttivo e distributivo. Sono diversi, materiali e immateriali. Un esempio, fra i primi, è il gravame delle accise sui carburanti. Un alleggerimento su questo versante ha un riflesso a cascata sul prezzo di tutti i beni, sia strumentali sia finali. L’Italia è il Paese che ha il privilegio di sopportare un carico tributario sui carburanti fra i più alti in Europa. I fattori immateriali sono molteplici. Può sembrare paradossale, ma fra questi vanno annoverati i costi della burocrazia. Più questa è inefficiente, non per colpa dei burocrati come di solito si pensa, ma per responsabilità del ceto politico che crea procedure, controlli e responsabilità defatiganti, più le attività economiche debbono sopportare gravami aggiuntivi che si riflettono sui prezzi. Poi ci sono i tassi d’interesse che, com’è noto, da vent’anni sono monopolio della Bce. Il loro rialzo raffredda l’economia, ossia riduce volumi e velocità dei processi, quindi contiene la crescita dei prezzi, ma non risolve il problema. Accompagna la soluzione, ma solo se i governi sanno agire sui fattori strutturali.
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