Con lui in campo potevi sperare di non perdere mai

Segue dalla Prima

Qualcuno tifava per Antognoni perché quando giocava guardava le stelle e qualche scorcio di infinito lo vedevamo anche noi. Qualcuno tifava per Antognoni perché, come Gigi Riva, aveva detto no alla Juve. Qualcuno tifava per Antognoni perché gli altri vincevano campionati e coppe Campioni, titoli internazionali e leghe interplanetarie, eppure noi avendo lui pensavamo sempre almeno di pareggiare. Qualcuno tifava Antognoni perché aveva il sorriso pulito dei bimbi che giocano. Qualcuno tifava per Antognoni perché morire in campo con la maglia viola era stata davvero una tragica possibilità e non un titolo esagerato di Tuttosport. Qualcuno tifava per Antognoni perchè Brera lo snobbava, Arpino voleva Zaccarelli e poi Dossena al suo posto

in Nazionale e in una telecronaca Ennio Vitanza lo definì "nemmeno un giocatore di calcio". Qualcuno tifava per Antognoni perchè i tifosi viola hanno sempre guardato con uggia ai cantori del potere. Qualcuno tifava per Antognoni perchè in Nazionale Causio e Bettega non gli passavano mai la palla, ma Bearzot lo faceva giocare, vincendo per questo un Mondiale. Qualcuno tifava per Antognoni perché quando palla al piede alzava la testa per dettare il lancio sembrava l’olandese volante al timone del suo vascello fantasma, il comandante Nemo che traccia la rotta ventimila leghe sotto i mari. Qualcuno tifava Antognoni perché la sua eleganza in campo nessuno l’ha più avuta. Qualcuno tifava Antognoni convinto che la Fiorentina sarebbe stata per sempre la sua casa naturale. Vederlo ora altrove per miopia, gelosia o inconsapevolezza storica, è un dolore profondo e incomprensibile per chiunque abbia il cuore dipinto di viola.

Stefano Cecchi

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