REDAZIONE FIRENZE

Coldiretti Toscana alza la barriera: "No al cibo straniero taroccato"

La protesta al Brennero: "Più trasparenza, bisogna conoscere la provenienza degli ingredienti"

Coldiretti Toscana alza la barriera: "No al cibo straniero taroccato"

E’ boom di importazioni di cibo straniero in Toscana. Sono aumentate del 34% negli ultimi dieci anni raggiungendo il valore record di oltre 2,6 miliardi di euro. Si tratta di prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori come dimostrano i frequenti allarmi alimentari (uno ogni due giorni). A denunciarlo è Coldiretti Toscana in mobilitazione al Brennero per chiedere più trasparenza e un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori confini Ue che non rispettano gli stessi standard italiani e il principio di reciprocità delle regole. Circa 600 agricoltori e allevatori partiti da tutta la regione. Al confine ispezioni delle forze dell’ordine su carichi di tir ed autobotti: molti i casi in cui sono stati scoperti prodotti contraffatti, ’fake’.

"Un vero e proprio attacco al patrimonio agroalimentare tricolore favorito dalle follie europee che fanno calare la produzione agricola nazionale spingendo – sottolinea Coldiretti Toscana – il deficit alimentare del Paese che è arrivato a produrre appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento". Nell’ultimo decennio sono esplose le importazioni in Toscana di olio e grassi vegetali che hanno superato il miliardo di euro di valore (+116%) così come i prodotti da forno e farinacei (+114%), la frutta e gli ortaggi lavorati e conservati (+37%) con 110 milioni di euro all’anno ed il pesce (+10%), in controtendenza rispetto alla media nazionale, mentre hanno subito una riduzione i prodotti dell’industria lattiero casearia (-47%) e le carni lavorate (-32%).

"Devono essere i cittadini a scegliere cosa mangiare ma soprattutto devono conoscere la provenienza degli ingredienti. Basta una lavorazione nel nostro Paese e nella nostra regione per trasformare un prodotto che arriva dall’estero in un prodotto finale che può fregiarsi della toscanità – rilancia la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani - Chiediamo massima attenzione alla nuova Commissione Ue e al nuovo Parlamento dopo le elezioni europee".

L’apertura dei mercati e gli scambi commerciali hanno favorito le importazioni di molti prodotti alimentari potenzialmente pericolosi per la salute. "E’ necessario che tutti i prodotti rispettino le stesse regole, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri ci sia un analogo percorso di qualità" ribadisce Cesani. Ma come difendersi? "Comprando ai mercati contadini e agricoli o acquistando prodotti a marchio Dop e Igp. – conclude la presidente regionale - La regola di base è leggere sempre molto attentamente l’etichetta che noi, con la nostra iniziativa, vogliamo rendere ancora più trasparente e chiara per il consumatore".

R.E.