SANDRA NISTRI
Cronaca

"Chiude la mensa, andate alla macchinetta"

La decisione di Poste riguarda ottocento lavoratori tra diretti e indiretti del Centro smistamento. La motivazione: il servizio costa troppo

di Sandra Nistri

Niente mensa per 800 lavoratori. La decisione, unilaterale, di Poste Italiane riguarda il Centro di smistamento di via Pasolini ed è duramente avversata dai sindacati: Slc Cgil Area Vasta Firenze Prato Pistoia e Filcams Cgil parlano di una "ennesima scelta irrispettosa di Poste Italiane verso i suoi dipendenti". La mensa – spiega infatti Michele Mengoli, Slc Cgil – "era stata sostanzialmente chiusa con il Covid ma, nel penultimo incontro aziendale, ci era stato comunicato che sarebbe stata finalmente riaperta. Invece, con la successiva convocazione, è emersa la brutta sorpresa: il fatto cioè che da Roma era stato comunicato che la mensa sarebbe stata chiusa dal 3 maggio. Il paradosso è proprio che da Roma Poste Italiane decide quando i toscani devono mangiare, che la mensa a Sesto Fiorentino, presso il Centro di Smistamento Postale, è un costo da eliminare, in cambio offre generosamente di mettere dei distributori automatici per dare ristoro a oltre 800 lavoratori e lavoratrici tra appalti, precari e dipendenti Postali diretti e indiretti che si alternano in svariati turni di lavoro, giornalieri e notturni, 24 ore su 24".

Fra l’altro – aggiunge Mengoli – "il tempo per la pausa pranzo, un quarto d’ora, non consente ai lavoratori del Centro di smistamento di poter uscire per andare a mangiare fuori, neppure nei locali del non troppo distante centro commerciale Coop, perché non è assolutamente sufficiente. Senza contare che in questa struttura che, ricordiamolo, è un centro strategico visto che serve la Toscana e l’Umbria, non tutti i lavoratori sono di Sesto o del circondario. C’è gente di Lucca, Pisa che magari parte di notte e ha turni di molte ore e non può neanche avere un attimo di riposo alla mensa. La scelta di un’area break con distributori automatici riguarda anche altri centri in Italia ma, per quanto ci riguarda, la contestiamo fortemente".

La chiusura – proseguono le sigle sindacali Cgil "colpisce inoltre i quattro lavoratori e le lavoratrici della ditta che aveva in appalto il servizio mensa, facendo perdere loro il posto di lavoro. Una decisione che avvalora ancora di più la vertenza della Slc Cgil Toscana che, con gli scioperi che ha indetto, sta combattendo da sola per denunciare la carenza degli organici dei dipendenti di Poste Italiane e le pressioni commerciali, oltre che l’insopportabile condizione del personale precario, sia per i carichi di lavoro che per le pressioni indebite". La richiesta ferma è allora quella di riaprire subito il servizio mensa facendo "quanto necessario per mantenere decoroso il servizio importante e necessario che svolgono i lavoratori e le lavoratrici a Sesto Fiorentino".