Roberto Davide Papini
Cronaca

Chiesa Valdese, l'arrivo della pastora Tomassone: "Pace e accoglienza per creare una società solidale"

Comincia il mandato della nuova pastora della comunità di Firenze "L'accoglienza degli immigrati è un terreno importante per la chiesa, con la sfida di diventare sempre più multietnica"

Letizia Tomassone, pastora della Chiesa valdese di Firenze

Firenze, 24 ottobre 2014 - «Credo che siano centrali il tema della pace, dell'accoglienza dell'interazione religiosa. Dobbiamo impegnarci per la creazione di una società solidale, questo perché ci spinge l'Evangelo a farlo, non perché abbiamo un ideale umanistico». Letizia Tomassone spiega così il suo impegno in questa nuova avventura che la porta a essere la pastora della Chiesa valdese di Firenze.

Pastora dal 1984, dopo essere stata a Genova, Verona e Carrara-La Spezia, Tomassone (57 anni appena compiuti, nata a Torino, ma originaria della Val di Susa) sbarca a Firenze in sostituzione del pastore Pawel Gajewski che, dopo un settennato molto fecondo, è passato alla chiesa di Perugia.

Domenica 5 ottobre, in un culto tenutosi nel tempio valdese di via Micheli, si è svolto l’insediamento ufficiale della pastora Tomassone con la presenza di rappresentanti delle altre chiese evangeliche, della chiesa cattolica e di Comune e Provincia di Firenze. Docente di teologie femministe e di genere alla Facoltà valdese di Roma, Letizia Tomassone è molto impegnata nella lotta alle “violenze di genere”, nella difesa dei diritti degli omosessuali e nelle campagne per la salvaguardia dell’ambiente. Tomassone fa del dialogo uno dei punti centrali del suo impegno pastorale: «Mi interessa molto il dialogo interreligioso e ho visto che qui a Firenze è già molto sviluppato. O siamo ecumenici e dialoganti o non siamo chiesa, dobbiamo portare dei semi di pace nella società: tolleranza, accoglienza, rispetto, aiutare l'altro a crearsi degli spazi e aiutarsi reciprocamente a crescere in una società sempre più capace di accogliere».

 Il primo impatto con la realtà religiosa fiorentina è stato positivo, con una sorpresa: «Sono rimasta stupita per il gran numero di missioni e di gruppi evangelici presenti a Firenze, così tante persone interessate all’Evangelo, ma certo, in alcuni casi ci separa la questione dell'annuncio della Grazia di un Dio che accoglie, non è giudicante, chiede conversione ma non ti mette sotto ricatto». Altro tema importante è quello del dialogo con la Chiesa cattolica: «Ci sono segnali di grande apertura che vengono dalla Cei. Spero di ritrovarli anche qui». In una città cosmopolita come Firenze, importante è l’impegno verso gli immigrati, la loro accoglienza, un fronte da sempre centrale per la Chiesa valdese: «È un terreno di lavoro importante, una capacità da sviluppare in modo che la chiesa diventi multietnica, una sfida molto alta».