Firenze, 7 giugno 2014 - «Firenze è una città aperta, capace di confrontarsi con quello che per tutti gli altri sembra la diversità. Invece a Firenze è difficile provare questa sensazione di essere diverso». Dopo sette anni intensi e ricchi di impegno, Pawel Gajewski termina il suo mandato come pastore della Chiesa valdese di Firenze.

Domenica mattina (alle 10.30 nel tempio valdese di via Micheli) la comunità fiorentina saluterà il suo pastore, in occasione del culto di Pentecoste e sarà proprio Gajewski a tenere la sua ultima predicazione a Firenze prima di andare a ricoprire un nuovo importante incarico per il prossimo settennato, quello di pastore delle chiese di Perugia (valdese) e Terni (metodista). Da luglio, nella comunità di Firenze, sarà Letizia Tomassone la nuova pastora valdese.

Quarantanovenne polacco (ma ormai cittadino italiano, è nel nostro Paese dal 1991) Gajewski è uno dei pastori e teologi di punta della Chiesa valdese e del protestantesimo italiano, con diversi incarichi accademici, libri pubblicati e ruoli internazionali come quello di membro supplente del consiglio della Comunione di chiese protestanti in Europa. La sua esperienza fiorentina è stata soprattutto quella del pastore, della “cura d’anime”, del confrontarsi con i problemi concreti della gente, come nel gennaio 2010 quando la Chiesa valdese si trovò a dover ospitare improvvisamente per giorni decine di persone di etnia rom (uomini, donne, bambini piccoli, anziani) dopo lo sgombero di un campo a Sesto. «È stata una delle esperienze che hanno cambiato la mia vita, sia come pastore che come persona», racconta Gajewski.

Predicatore efficace, Gasjewski si è molto speso sul fronte dell’evangelizzazione e nel campo ecumenico e interreligioso: «Il bilancio è positivo, sono nate delle vere e proprie amicizie con tante persone di altre chiese e con esponenti della comunità ebraica e di quella islamica». Ora una nuova sfida, con Firenze sempre nel cuore, anche perché a Firenze Pawel e sua moglie Lucia hanno dato vita alla piccola Miriam: «Firenze mi mancherà nella sua concretezza di vita, mi mancheranno tante amiche e tanti amici e tante persone della Chiesa valdese».