REDAZIONE FIRENZE

Cesare, Achille e lo scontro duro sulla Fiat a Novoli

Quando Occhetto congelò lo sviluppo dell’area. fu l’ad torinese a sbloccare la variante urbanistica.

Anche a Firenze Cesare Romiti, prima amministratore delegato e poi presidente della Fiat, scomparso ieri a 97 anni, ha lasciato il segno. Se il segretario nazionale dell’allora Pci Achille Occhetto bloccò con una telefonata lo sviluppo a nord ovest dell’area Fiat Fondiaria nel giugno del 1989, qualche anno dopo, nel 1994, fu proprio la tenacia di Romiti a strappare pezzo per pezzo all’amministrazione fiorentina, allora guidata da Giorgio Morales e alla Regione governata da Vannino Chiti, l’assetto dell’area Fiat che oggi vediamo. Con il nuovo Palazzo di Giustizia, il Polo Universitario il centro commerciale i palazzi ancora in fase di costruzione, parco di San Donato compreso.

Un pezzo di città che la politica aveva ‘congelato’ e Romiti, allora amministratore delegato della Fiat, proprietaria dell’area dove sorgeva il vecchio stabilimento, battagliò una notte intera per sbloccare.

La telefonata del segretario Occhetto al Pci fiorentino che allora governava a Firenze con il sindaco socialista Massimo Bogianckino aveva di fatto azzerato la variante Fiat-Fondiaria. "Troppo cemento" era l’accusa che rischiava di far perdere al Pci (al quale Occhetto solo pochi mesi dopo avrebbe fatto cambiare nome e pelle con il Pds) i sempre ricercati voti degli ambientalisti. Così la politica fermò tutto. Vecchia politica e partiti di una volta. Di quelli senza se e senza ma.

Così mentre la politica cercava di metabolizzare lo choc, la Fiat scalpitava. Voleva vendere quei terreni per poter finanziare il trasferimento della grande fabbrica e delle centinaia di lavoratori nel nuovo stabilimento progettato a Campi Bisenzio.

Come al solito la politica faceva del suo meglio per rallentare, ma Romiti aveva un altro passo e alla fine, in una notte di primavera del 1994 i protagonisti di quella eccezionale stagione si sedettero a un tavolo nella sede della Regione (che aveva ancora sede in Palazzo Budini Gattai in via de’ Servi) non c’era più tempo da perdere. Le cronache raccontano di una lunga notte di trattativa. Al tavolo sedevano il sindaco Giorgio Morales, il governatore della Regione Vannino Chiti e Cesare Romiti. I primi due si sostenevano con il caffè, lui, impassibile, beveva solo acqua.

La trattativa andò avanti fino alle sei del mattino e l’allora assessore all’ambiente della giunta Morales, Adalberto Scarlino ricorda: "Rispetto alla volumetria preesistente della fabbrica non c’è un metro cubo in più". In seguito – è sempre Scarlino a ricordarlo – l’appena nato Pds accusò sia Vannino Chiti che Giorgio Morales di subalternità verso la Fiat e Romiti. Chiti reagì duramente:"Non è gridando sempre al lupo che si tutelano gli interessi del lavoro e della città".

A Campi, più esattamente a Capalle, nel 1996 fu poi aperto lo stabilimento della Gkn, la grande azienda leader nella produzione di giunti meccanici e da quell’investimento partì la rinascita industriale della Piana: l’anno successivo furono inaugurati I Gigli, il più grande centro commerciale italiano. Da quella ’variante nord’ trattata da Romiti nacquero quindi un nuovo pezzo di città e lo sviluppo industriale della Piana.

Pa.Fi.