
Cento candeline per Ubaldo Ferraresi. Un secolo di vita, parte del quale impegnato a realizzare i mattoni per la ricostruzione...
Cento candeline per Ubaldo Ferraresi. Un secolo di vita, parte del quale impegnato a realizzare i mattoni per la ricostruzione del Ponte Mediceo, nel secondo dopoguerra. Ferraresi dal 1954 è cittadino di Pontassieve. Originario di Portico di Romagna, Ferraresi lavorava nel 1946 per una cooperativa di Forlì che doveva occuparsi della ricostruzione del ponte Mediceo, realizzato poco dopo il 1500 e parzialmente distrutto durante un bombardamento a Pontassieve.
"Il mio lavoro - dice oggi - fu quello di realizzare a mano dodicimila mattoni, quanto più simili a quelli originali. Li feci uno a uno. Vennero poi cotti in una buca per fornace nel bosco vicino a Tredozio". Un lavoro che, oggi, Ubaldo Ferraresi ricorda in tutte le sue fasi e descrive come "molto delicato e durato diversi giorni. Ho dovuto prestare molta attenzione al fatto che non ci fossero sassolini dentro l’impasto, altrimenti i mattoni con il calore si sarebbero rotti". Quel lavoro iniziò il 28 settembre 1946. Il 13 ottobre i mattoni erano finiti e pronti per la cottura. "Il 2 novembre successivo consegnai alla cooperativa che mi aveva incaricato del lavoro l’ultimo carico di mattoni". Poi, concluso quel lavoro, Ubaldo fu assunto alle Poste e Telegrafi di Firenze. "Pochi anni dopo, nel 1954, mi sono trasferito a Pontassieve, dove per anni ho rivisto i miei mattoni. Ancora oggi, tutte le volte che attraverso il Ponte, rivivo mille emozioni…".
In occasione dei suoi cento anni Ubaldo ha ricevuto, nella sua abitazione di Pontassieve, il saluto del vicesindaco, Filippo Pratesi. Che, a nome del Comune, ha donato una pergamena per festeggiare l’evento. Traguardo che, oggi, rientra a pieno titolo nella storia di Pontassieve.
Leonardo Bartoletti