ILARIA BIANCALANI
Cronaca

I Cavalieri di Sant'Appiano servono la cena agli ospiti delle Piccole Sorelle dei Poveri

Un'iniziativa che è solo il preludio di un'“adozione”; tanti gli occhi lucidi in una serata all'insegna dell'allegria e della convivialità

I Cavalieri di Sant'Appiano all'Istituto delle Piccole Sorelle dei Poveri

Firenze, 14 novembre 2016 - Una serata di buon cibo, compagnia, musica e tanta allegria. E' quella che, grazie ai Cavalieri di Sant'Appiano, hanno vissuto gli ospiti delle “Piccole Sorelle dei poveri”, l'istituto fondato sull'omonimo ordine religioso, nato in Francia nel 1839 e che dal 1882 è anche a Firenze, dove è stato affettuosamente ribattezzato “I Cento Vecchi”. Accogliere gli anziani poveri o di modeste risorse, per formare insieme una grande famiglia unita dall'amore di Dio, è il principio su cui si fonda l'istituto.

L'edificio, recentemente ristrutturato, sorge in via Andrea del Sarto in una bella struttura di 10mila metri quadrati, dove gli ospiti vivono in condizioni più che dignitose. Il vestiario che indossano è personale ma suor Anna Maria racconta che una volta alla settimana usufruiscono della parrucchiera e della pedicure. Hanno tutti camere singole con bagno privato e, la gentilezza e l'educazione che li contraddistinguono, fa capire che la loro vita trascorre in modo sereno.

Attualmente sono 67 le persone che vivono all'interno dell'istituto, quasi tutte sole e molto anziane, – qualcuno supera i 90 anni di età – con una piccola pensione che basta appena per coprire i costi del personale che lavora all'interno della struttura. Ma le cose necessarie sono tante: dal cibo alle bollette delle varie utenze per il funzionamento dello stabile, fino alle visite mediche specialistiche.

Non a caso all'ingresso è posizionata una statua di San Giuseppe, alla cui provvidenza le suore hanno sempre affidato con fiducia le loro richieste; queste ultime, se fino a qualche anno fa venivano sempre “esaudite”, grazie soprattutto all'apporto di un gruppo di generosi sostenitori abituali, in seguito alla chiusura per alcuni anni dell'istituto, per la realizzazione di lavori di ristrutturazione, sono venuti meno anche dopo la riapertura della casa di accoglienza. Adesso le suore cercano faticosamente di ricostruire un insieme di donatori che possa aiutarle nel quotidiano.

E' per questo che i Cavalieri di Sant'Appiano, gruppo goliardico di amici, non nuovo alla messa in atto di iniziative fondate sull'altruismo, che hanno avuto una certa eco anche a livello mediatico, hanno deciso di “adottare” per una sera questi anziani. “Avevo 16 anni – racconta il portavoce, Luca Landini – quando il mio sacerdote, don Setti, della Parrocchia di San Gervasio, istituì un servizio dei giovani parrocchiani, per andare a dare da mangiare agli anziani delle Piccole Sorelle dei Poveri, ogni domenica. Ho saputo poi più tardi che molte persone si recavano a portar loro degli alimenti, perché questi anziani poveri, accolti dalle suore, mangiano spesso ciò che viene loro donato. Per questo abbiamo pensato di organizzare una serata per coccolarli, un po' come fossero i nonni di tutti noi”.

Ed è stata una serata davvero ben riuscita. A partire dalla cena, per allestire la quale i Cavalieri di Sant'Appiano hanno incaricato grandi chef fiorentini: Vieri Lungani e Andrea Zanaboni dell'Osteria delle Tre Panche, Max Amini e Matteo Giuliani del Touch Florence, e il pasticcere Cristiano Buscioni dell'omonima Pasticceria Buscioni. Sontuoso il menu a base di sformato di verdure come antipasto, ravioli con pecorino di fossa e tartufo, coniglio ripieno raffreddato e un delizioso bongo. Durante la cena i Cavalieri hanno messo a punto anche un accompagnamento musicale, molto apprezzato dai commensali e si sono presentati con i propri nomi cavallereschi, scelti in base alle professioni o alle caratteristiche di ciascun cavaliere: da Sir Rata a Sir Braciola Rifatta, da Sir Piero Lo Speziale a Sir Pustola, da Sir Pietro Batti l'asta a Sir Franco le so tutte. E, cosa ancor più importante, muniti di grembiuli con l'immancabile stemma dei Cavalieri, hanno apparecchiato personalmente e con cura i tavoli, hanno servito la cena e successivamente sparecchiato.

“Non avevo dubbi – prosegue Landini - che i Cavalieri di Sant'Appiano, vivendo una situazione del genere, mostrassero il loro lato tenero. Sono state tante le persone con gli occhi lucidi che si sono sentite parte di questa famiglia che è l'istituto. Siamo un gruppo di amici molto legati e ben affiatati, quindi è stato facile unire le due cose”. Insomma lo spirito goliardico dei Cavalieri ha fatto subito breccia nel cuore di queste persone. “La cosa divertente – dice ancora Landini - è che quando ci siamo presentati alle suore, per natura molto timide, proponendo una cena, ci hanno subito chiesto di unire anche la musica per rallegrare gli anziani. Segno che la voglia di stare insieme e fare festa è davvero tanta, proprio perché non comune per loro. E noi, da parte nostra, siamo stati contenti che si siano lasciati andare a una serata leggera e spensierata”.

L'iniziativa si è conclusa con una promessa. “Del nostro gruppo – conclude Landini – fanno parte un dermatologo e uno psichiatra che hanno dato la propria disponibilità ad effettuare delle visite gratuite. Nel futuro c'è l'intenzione di abbracciare progetti più ampi, dando continuità e concretezza a questa “adozione””.