Alia, il sabotaggio dei cassonetti. Un foro per aprirli senza chiavetta

Ultimo episodio in piazza Giorgini: buco fatto col trapano all’altezza del display. L’Azienda rivela: "Dall’autunno i contenitori vandalizzati sono già 300 con danni economici e nel timing delle sostituzioni"

Una fila di cassonetti e, nel riquadro, il foro del sabotaggio

Una fila di cassonetti e, nel riquadro, il foro del sabotaggio

Firenze, 29 gennaio 2023 - Alia stima che siano saliti a 300 i cassonetti di nuova generazione, ad apertura elettronica, danneggiati per fini non chiari. E in maniera singolare: un foro riconoscibilissimo, tanto è preciso il diametro, praticato con un trapano da cantiere sulle centraline elettroniche dove insiste e il display e, sotto, la componente elettronica che regola il dispositivo di apertura e chiusura. Insomma: apriti, cassonetto. Chiavetta o non chiavetta. In Piazza Giorgini l’ultimo (?) episodio segnalato da un residente. L’Azienda ha presentato una denuncia ai Carabinieri tempo addietro. A metà novembre i cassonetti danneggiati erano 130, il fenomeno si è esteso a ritmi insostenibili. La situazione – rende noto l’ufficio comunicazione di Alia – comporta un serio problema sul timing : il rispetto del cronoprogramma per la completa sostituzione dei vecchi cassonetti per avere uno smaltimento rifiuti più regolare, tracciabile. Con emissione della Tari calibrata, ad personam (meglio: a nucleo familiare). La conclusione dell’operazione è prevista per dicembre 2023, ma il sabotaggio rischia di farla slittare in avanti. Per forza: bisogna posizionare tot cassonetti in una zona, ma occorre sostituirne tot danneggiati da un’altra parte: un tira e molla.

I costi

"I costi dei danneggiamenti variano – specifica l’azienda – da un minimo di 150 euro, a un massimo di 800". Questo appunto quando i danni sono riparabili, par di capire. Ma una sostituzione completa di un cassonetto che non si chiue e riapre più comporta una spesa maggiore in base al costo unitario di ogni singolo cassonetto.

Le ipotesi

Atti vandalici fini a se stessi? Difficile. Un movente c’è, per forza. Forse c’è chi si oppone a chiavette e aperture elettroniche, al conferimento dei rifiuti differenziato. E profilato, non più anarchico e incontrollato. Da qui un vandalismo finalizzato a non farsi scoprire. A non farsi addebitare la tassa. Sospetti: chi è ’invisibile’ e tale vuole restare. Si aggiunga la inciviltà diffusa, accatastare (alla peggio, questo va da sé) mucchi di spazzatura fuori dei cassonetti.

L’altra possibilità

C’è un’altra ipotesi, diciamo più ’romantica ’( non per questo tollerabile) suffragata da una testimonianza riferita all’episodio di piazza Giorgini. Che i cassonetti cioè vengano bucati da clandestini, irregolari che girano in bici con una sorta di cassonetto da trasporto sul retro; moderni rigattieri che commerciano in roba usata: vestiario, oggetti casalinghi, masserizie, di tutto un po’. Per alcuni da buttare. Per altri da ’riciclare’....

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