
Stefano Secci
Firenze, 27 ottobre 2015 - Reazioni per quanto diffuso dall'Oms, giungono anche dal mondo associativo. E' in particolare l'Associazione Macellai di Firenze e Provincia, a voler dire la sua sull'allarme lanciato, che sta imperversando sul web e sui quotidiani. E' il presidente, Stefano Secci a parlare per conto dell'associazione che rappresenta.
“Da questo marasma che è emerso, la macelleria artigiana ne può uscire rafforzata. – esordisce – Da sempre combattiamo con il problema dei prezzi, sicuramente più alti rispetto ad altre realtà; ma forse, alla luce di quanto detto dall'Oms, il cliente può riuscire finalmente a capire che quell'euro in più è legato davvero a una qualità più elevata e alla filiera corta”.
Niente generalizzazioni quindi...
“Assolutamente no! - afferma con decisione – E' come se parlassimo di tessuti: c'è l'acrilico e la pura lana vergine. E non sono certo la stessa cosa. La situazione attuale è, per certi aspetti, analoga a quando fu riscontrato il morbo della “mucca pazza”: anche allora, come adesso, ci fu la tendenza a generalizzare e questo tirò in ballo anche noi macellai artigiani, che, con quella grave patologia, non c'entravamo proprio niente. Per noi che rappresentiamo per i nostri clienti “il macellaio di fiducia”, quello a cui rivolgersi certi di trovare sempre il meglio e che spesso lavoriamo su realtà territoriali circoscritte, è normale puntare tutto sulla qualità. Questo è talmente vero che nel corso dell'ultima assemblea annuale, abbiamo interpellato la professoressa Mary Mattiaccio dell'Università di Bologna, proprio per avere un riscontro medico-scientifico sulle nostre carni”.
Insomma, quanto a qualità, si sente di poter garantire per i suoi colleghi dell'associazione...
“In generale, dal macellaio di fiducia, si trova arte, mestiere e qualità. Dopotutto non scordiamoci che la nostra è, storicamente, la prima delle arti minori: l'arte dei beccai. Non ci si improvvisa macellai: trattare la carne è difficile se non si hanno le giuste competenze. Però, nell'associazione, non siamo neppure massificati: ciascuno è unico nel suo genere, nei suoi segreti tramandati spesso di padre in figlio, nelle sue particolarità; ma indubbiamente ci accomuna la qualità. Basti pensare ai prodotti “pronto da cuocere”: - i primi imputati dall'Oms per il rischio tumori – nelle nostre macellerie si trovano carni pronte che hanno, al massimo, due giorni di conservazione; quindi totalmente prive di additivi chimici.
Come auspica che si evolva questa vicenda?
“Mi piacerebbe che noi macellai artigiani non fossimo associati al problema sollevato, solo per il fatto che trattiamo carne. La nostra ricerca di un prodotto eccellente, da offrire a una clientela che abbiamo l'esigenza di fidelizzare, per la sopravvivenza stessa delle nostre attività, mi sembra già un'ottima garanzia".
Intanto stasera, nella puntata di Porta a Porta dedicata all'argomento, sarà ospite il Presidente Nazionale della Federcarni, Maurizio Arosio.