"Il Pd è sempre stato testardamente unitario". Guarda al voto regionale del 2025 con fiducia il parlamentare fiorentino Federico Gianassi forte di una casa madre dem rinfrescata d’entusiasmi dalle recenti tornate elettorali toscane.
Gianassi, secondo lei ci sono le condizioni per un Giani bis?
"Giani lavora molto bene, è figura radicata nel territorio e ha ben guidato la regione in contesti società socio-economici complessi. Ciò detto concordo con il percorso delineato dal segretario regionale Emiliano Fossi: avviare un cantiere del centrosinistra da settembre, idea rispetto alla quale anche Giani si è mostrato disponibile. Attivare un grande cantiere per la coalizione e il progetto arricchendolo di idee con il contributo di tutte le forze politiche".
Al voto manca tanto ma il dibattito nel centrosinistra è già avviato. Si parla di campo largo, perfino larghissimo.
"Il Pd è sempre stato convinto del bipolarismo. La competizione alla destra si fa con coalizione ampia, democratica e progressista della quale il Pd è guida forte e autorevole. Partendo da principi quali rigore, serietà e coerenza, le fondamenta dello stare insieme".
Quindi è giusto perseguire la strada dell’allargamento a tutte le forze del centrosinistra?
"Ci sono esempi virtuosi sia a livello locale come a Firenze con l’alleanza tra Pd e Avs ha portato al successo di Funaro. E anche con i 5Stelle i rapporti sono buoni e costruttivi. Anche a livello nazionale le relazioni con le opposizioni hanno dato frutti in molti casi".
Nel centrosinistra ci sarebbe anche Renzi con Italia Viva...
"Renzi, dopo le sconfitte alle comunali fiorentine e in Europa, ha compreso che esiste un sistema bipolare e chiede di stare nel centrosinistra. Sostengo la posizione della nostra segretaria Elly Schlein, il Pd non ha mai messo veti e non li accetta da nessuno. Ovviamente poi le alleanze si costruiscono sulla condivisione del progetto politico. Vediamo se maturano le condizioni".
Proprio ieri Renzi dalle colonne del Qn è tornato a bacchettare Dario Nardella. Nonostante la luna di miele con Elly Schlein, l’ex Rottamatore non sembra aver smaltito le scorie fiorentine. Che idea si è fatto?
"Renzi sbaglia. Se intende stare nel centrosinistra è insensato attaccare uno dei dirigenti più forti del PD che con il successo alle Europee rappresenta oggi il centrosinistra toscano a Bruxelles. E poi Renzi ha già fatto tutta la campagna elettorale dicendo che i fiorentini erano stufi di Nardella e che avrebbero scelto Italia Viva. I risultati sono stati chiari, hanno detto il contrario".
Le urgenze da affrontare subito in Toscana?
"Dobbiamo essere molto ambiziosi. La prima è la grande battaglia per una sanità pubblica. Poi sostegno alle famiglie come per gli investimenti su nidi e casa. E ancora le infrastrutture. Dobbiamo lavorare per creare una rete ecologica e sostenibile in grado di collegare i centri urbani con le aree interne. In tal senso il modello delle tramvie fiorentine e’ replicabile. Su questi obiettivi dalla sanità, alla casa, alle infrastrutture il governo nazionale sta fallendo e in Toscana possiamo essere protagonisti di un modello alternativo".
Se il voto fiorentino era prevedibile, in quello toscano, al netto di un Pd più fiducioso per la conferma nelle roccaforti, il centrodestra è un’insidia?
"Ogni sfida parte da zero a zero e le comunali a Firenze erano tutto fuorché scontate. Rappresentavano una sfida difficilissima che il Pd ha vinto giocando all’attacco. Ho fiducia perché il Pd è uscito rafforzato, si è dimostrato capace di costruire alleanze e in Italia sta crescendo mentre il centrodestra è sempre più diviso e in difficoltà, qui come in Europa dove Meloni è isolata, Salvini sta con l’ultradestra e Tajani con Von der Leyen. E in Toscana non vedo da loro segnali diversi".