
di Paola Fichera
C’è una seconda autopsia che mette un punto fermo nel giallo degli otto cani avvelenati nella zona di San Bartolo a Cintoia fra la fine di dicembre e i primi giorni di gennaio. A chiarire le cause della morte degli animali è Giovanni Brajon, il dirigente veterinario responsabile dell’Unità operativa territoriale Toscana centro dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana. Tre le autopsie eseguite su due cani (Zelda, 30 dicembre parco di San Bartolo e Wendi, 6 gennaio giardini dell’Argingrosso) e una gazza (9 gennaio via Simone Martini) e dai risultati definitivi risulta ormai certo che i tre animali hanno ingerito delle esche avvelenate con la stricnina. Nessun spargimento anomalo della sostanza velenosa. Si è trattato dei, purtroppo famosi, bocconi avvelenati che ingannano i poveri animali e li uccidono. "Abbiamo trovato tracce – spiega il veterinario delle classiche esche. La stricnina è una sostanza lipofila, cioè che si scioglie nel grasso che ne potenzia l’azione. I resti trovati ne hanno dimostrato la presenza. L’erba trovata nella prima autopsia non è rilevante i cani la mangiano d’istinto quando si sentono male perché induce il vomito".
A ulteriore conferma c’è poi la testimonianza della proprietaria della seconda canina Wendy, una meticcia di 6 anni che se n’è andata il 6 gennaio dopo una sgambata stavolta nei giardini dell’Argingrosso Lei l’ha vista allontanarsi, mangiare qualcosa e poi sentirsi male. Inutile anche per Wendi la corsa alla clinica veterinaria. Se n’è andata, fra le convulsioni, in pochi minuti. La prima autopsia era stata eseguita su Zelda, pitbull americano di 12 anni morta il 30 dicembre dopo la passeggiata nel campetto all’altezza dello skate park nel parco di San Bartolo a Cintoia, il giorno prima la stessa sorte era toccata a Tea, un labrador nero di quattro anni, è morta sotto il tavolo di cucina, terrorizzata.
Ma sono almeno otto i cani morti in quella zona in meno di dieci giorni. "Su due – aggiunge Simone Scoccianti, consigliere dell’ordine dei medici veterinari di Firenze e Prato – è stata seguita la procedura corretta e quindi l’autopsia. Una volta siamo riusciti ad intervenire in tempo, Stella, 6 anni, meticcia, l’abbiamo salvata. E’ stata 6 ore in coma farmacologico e se l’è cavata con un paio di giorni di ricovero.
Nella zona si è scatenata la paura e il Comune ha deciso di chiudere il parco di San Bartolo a Cintoia per alcuni giorni per proteggere gli animali e fare una bonifica. Il sopralluogo c’è stato il 7 gennaio ad eseguirlo i Carabinieri forestali con l’Unità cinofila Antiveleno e la polizia municipale. Nessuna traccia di bocconi avvelenati. Le indagini vanno avanti.