Braccio di ferro fra la procura e "Il Foglio". Il Ministro: "La stampa è libera di criticare"

Nordio: "Stimolo alla riflessione". Dopo l’articolo, Spiezia ha scritto al Csm

Braccio di ferro fra la procura e "Il Foglio". Il Ministro: "La stampa è libera di criticare"

Braccio di ferro fra la procura e "Il Foglio". Il Ministro: "La stampa è libera di criticare"

Irrompe anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio nella polemica tra la procura di Firenze e il quotidiano il Foglio. Nei giorni scorsi, il procuratore capo Filippo Spiezia (nella foto) ha chiesto al Csm di aprire una pratica a tutela del proprio Ufficio a seguito di un articolo del 13 aprile sul quotidiano dal titolo ‘La procura di Firenze perde i suoi pm d’assalto. Grazie al Csm’. Spiezia ha chiesto al Csm una pratica a tutela, per difendersi da "una inaccettabile e pericolosa delegittimazione dell’operato dei magistrati dell’Ufficio". Il direttore del Foglio Claudio Cerasa venerdì, ha commentato: "Immaginare che un magistrato possa considerarsi così al di sopra delle regole da denunciare un eccesso di critica nei suoi confronti quando un giornale si limita a mettere insieme alcuni fatti è la spia di un fenomeno interessante, che rispecchia un’idea diffusa: i magistrati sono delle figure sacre, come dei sacerdoti, e qualunque critica possa essere mossa contro di loro equivale a un oltraggio, a una lesa maestà, a un atto al quale si può rispondere solo lanciando una fatwa contro chi ha osato mostrare la presenza di un re nudo". Proprio sul Foglio, dopo le manifestazioni di solidarietà di Fnsi e Stampa toscana, interviene Nordio: "Comprendo che il capo di un ufficio giudiziario senta la necessità di tutelarne l’immagine, anche per vicende antecedenti alla sua carica - scrive il Guardasigilli - Nondimeno riaffermo con il massimo vigore che la stampa deve poter liberamente esercitare il proprio diritto di critica, anche severa ed aspra, come accade spesso anche nei confronti del mio ministero e miei personali. Se questa essenziale funzione è esercitata nei limiti imposti dalla legge e sanciti dalla giurisprudenza, essa costituisce il più fecondo stimolo alla riflessione, e alla depurazione dei nostri inevitabili pregiudizi".

"Sono stato per quarant’anni magistrato, e per trenta editorialista - prosegue Nordio nella lettera al Foglio - in questa duplice veste ho considerato la libertà di stampa come la massima espressione di una democrazia compiuta. Quanto al caso specifico, gli accertamenti amministrativi che ho attivato, come ho già avuto modo di riferire al Parlamento, sono ovviamente finalizzati ad accertare la sussistenza di eventuali profili di responsabilità disciplinare di singoli magistrati requirenti fiorentini e non certamente dell’intero ufficio giudiziario".

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