REDAZIONE FIRENZE

Borgo, chiude la Casa del Popolo. Scoppia la polemica politica

La Fondazione ’Il Ponterosso’, proprietaria dell’immobile, assicura: "Solo un cambio di gestione"

Borgo, chiude la Casa del Popolo. Scoppia la polemica politica

Dopo settant’anni la Casa del Popolo di Borgo San Lorenzo ha chiuso i battenti. Il gestore, che con un consiglio di dieci persone, l’ha tenuta aperta negli ultimi 12 anni, si è visto non rinnovare il contratto. E così dall’altro ieri nel locale si sta facendo il trasloco. Non è mancata neppure una forte polemica politica, sulle responsabilità della chiusura. E non è mancato chi ha fatto notare che i quattro quinti del consiglio della Fondazione ’Il Ponterosso’, a cominciare dal suo presidente, l’ex sindaco Luciano Baggiani, sono tutti sostenitori del gruppo di sinistra che ha candidato Romagnoli in contrapposizione alla candidata del Pd Cristina Becchi. A questo proposito è proprio Baggiani a intervenire: "La Fondazione Il Ponterosso – dice – esprime il proprio stupore per le polemiche e strumentalizzazioni di queste ore, evidentemente legate alla campagna elettorale. La questione è di evidenza pubblica da molti mesi. Abbiamo investito recentemente sull’immobile per qualificarlo, migliorarne la funzionalità e trasferire nel centro di Borgo la sede della fondazione e del Pd. Confermiamo, quindi, il nostro impegno per mantenere e qualificare anche in futuro l’immobile nella sua destinazione come Casa del Popolo". Baggiani spiega: "Siamo di fronte a un cambio di gestione alla scadenza di un contratto. Non alla chiusura definitiva. Arci Firenze ha espresso la volontà per riaprire al termine dell’attuale gestione e la Fondazione è impegnata in questa direzione per un rilancio delle attività secondo i valori ispiratori dell’Arci. La chiusura è temporanea". L’attuale gestore, Moa Mahd, non la vede così: "Nel dicembre scorso ci è arrivata la disdetta, senza alcuna motivazione. Se non andava bene la gestione, perché non ci hanno mai detto niente?" La Casa del Popolo aveva passato anni di difficoltà: "Prima del Covid – nota Moa – c’era tanta gente, si faceva la tombola, il ballo, la gente che giocava a carte, riunioni con i soci, per lo più anziani. Poi gli anziani sono venuti in numero molto minore. E dopo due anni siamo riusciti a ripartire coi giovani. Che sono entrati nel consiglio, che fanno volontariato per le aperture. Prima di noi altre gestioni avevano fatto solo ’buchi’, da quando ci siamo noi, piace a tutti. Dicono che riapriranno? Intanto l’hanno chiusa, e quando un luogo come questo chiude non è facile riaprirlo". Paolo Guidotti