ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

Dentro le chat dei vandali. Così è nato il blitz con i coltelli. E il cantiere finisce sotto la lente

Assalto sul Monte Giogo di Villore: su Telegram volantini e messaggi che si autocancellano. “Segnalate presenze sgradite”. Accertamenti della procura dopo gli esposti sui lavori

Gli effetti del blitz all'impianto eolico sul Monte Giogo

Gli effetti del blitz all'impianto eolico sul Monte Giogo

Firenze, 8 luglio 2025 – Due raid nel cantiere del parco eolico sul Monte Giogo di Villore, nel Mugello, sono stati messi in atto da una cinquantina di persone – incappucciate e armate di coltello – appartenenti all’universo anarco-ambientalista. Danni ingenti ai mezzi dell’azienda che gestisce il progetto, e tanta paura tra operi e ingegneri. Sul caso indagano carabinieri e Digos. Intanto emerge che la procura di Firenze, dopo numerosi esposti depositati nei mesi scorsi, avrebbe aperto un’inchiesta sul cantiere di Monte Giogo di Villore. Nelle scorse settimane i carabinieri forestali avrebbero fatto le prime acquisizioni negli uffici comunali di Dicomano e Vicchio in Mugello. Non viene ipotizzato alcun tipo di reato: si tratta, quindi, di un fascicolo cosìdetto «esplorativo».

I carabinieri forestali stanno cercando di capire se sono state rispettate le fasi progettuali e quelle esecutive che, potenzialmente, potrebbero aver danneggiato l’ecosistema. Ieri, inoltre, il Consiglio di Stato ha emesso due sentenze che rigettano i ricorsi di Italia Nostra e Comune di San Godenzo: il parco eolico si farà. Le contestazioni era indirizzate ad alcuni cambiamenti rispetto al progetto iniziale. Cittadini, comitati locali e associazioni ambientaliste già in passato hanno espresso preoccupazioni in merito all’impatto paesaggistico, alla tutela della biodiversità e ai potenziali effetti sull’equilibrio ambientale dell’area montana, ritenuta di alto valore naturalistico e culturale. Il progetto del parco eolico del Mugello, autorizzato dalla Regione Toscana, includerà sette aerogeneratori alti 168 metri e sarà in grado di generare energia rinnovabile sufficiente a coprire il fabbisogno di circa 100mila utenze domestiche.

I messaggi nelle chat 

“La lotta non si ferma. Disarmiamo l’eolico, fermiamo la devastazione del crinale, blocchiamo i lavori del cantiere”. Il grido di battaglia gira veloce nelle chat segrete (ma neanche troppo) di Telegram. Arrivano da Firenze, Bologna, Roma. Di fatto però sono ’invisibili’: profili con numero di telefono nascosto e nickname in codice che si danno appuntamento al bivacco di Pian dei Laghi in Mugello per il “campeggio di lotta”. È qui che nasce il doppio blitz messo in atto da una cinquantina di incappucciati che nei giorni scorsi hanno assalito tre ingegneri e altri boscaioli che stavano lavorando nel cantiere per costruire l’impianto eolico di Monte Giogo.

Telegram è il luogo virtuale dove i ribelli del crinale – circa 350 i membri del gruppo – si organizzano: “Il campeggio è autogestito – fa sapere l’admin, un profilo chiamato ’Siamo Montagna’ che è anche il nome del gruppo –. Ci sarà il minimo indispensabile per nutrirsi, ma porta ciò che vorresti trovare”. Qualcuno, secondo gli ingegneri e i boscaioli che hanno denunciato l’aggressione, ha portato i coltelli, usati come arma per minacciare gli operai. “Il gruppo di violenti, a volto coperto, ha prima circondato i boscaioli, sequestrando le motoseghe e danneggiando i mezzi di trasporto davanti agli occhi atterriti degli operai – la denuncia di Agsm Aim, società titolare del progetto eolico di Monte Giogo del Villore –. Quindi ha circondato, insultato e minacciato tre ingegneri di Agsm Aim presenti sul crinale, lato Vicchio-Villore, spingendoli fuori dal cantiere stesso con ulteriori minacce e provocazioni”. Dodici i mezzi messi ko, tra cui escavatori, camion e ruspe per danni da almeno mezzo milione di euro.

Intanto nel gruppo Telegram compare un altro messaggio, datato 4 luglio: “Ieri al campeggio di lotta un gruppo di persone, amici e compagne, è riuscito a bloccare il taglio del bosco, all’altezza della fonte del Solstretto – scrive l’admin del canale –. I lavori aumentano a una velocità impressionante ma con questo gesto abbiamo lanciato un segnale a chi distrugge i nostri monti e a chi invece vuole viverli: una resistenza alla devastazione delle montagne può esistere”. Il messaggio è stato visualizzato da oltre duemila persone. Il canale Telegram è una sorta di bacheca, viene utilizzato per pubblicare i volantini e le informazioni ufficiali. Solo l’admin può pubblicare aggiornamenti. ’SiamoMontagna - Passaggi’ è il nome di un altro canale, più ristretto, con una cinquantina di iscritti, usato dai ’ribelli’ per le questioni più logistiche. Si parla di trasferimenti da un posto all’altro ma compaiono anche avvertimenti su avvistamenti sospetti.

“Commentiamo qua sotto per segnalare presenze sgradite e fin troppo curiose”, scrive il primo luglio l’admin dando la possibilità agli altri membri di commentare il messaggio. “Presenze sgradite nella strada per Villore”, segnala allora un utente il 2 luglio. E poi un altro, due giorni dopo: “Hanno segnalato la presenza di tre macchine dei carabinieri piene sulla strada verso Villore”. Il 5 luglio un fantomatico ’G’ mette in guardia il gruppo: “Posto di blocco con una camionetta di celere all’inizio dello sterrato sopra Villore”. Nessuno sembra preoccuparsi che qualche intruso possa leggere i messaggi. Il motivo lo spiega proprio l’admin nel giustificare un’operazione che modifica le impostazioni del gruppo: “Ora i messaggi dovrebbero cancellarsi dopo una settimana! Scusate per il problemuccio!”, avvisa. Non c’è traccia di altre comunicazioni. Perché tutti gli altri messaggi si sono auto-cancellati dopo un giorno.