Barbiana il giorno dopo "E’ stato colmato un vuoto"

Partito Mattarella, i luoghi del priore stanno tornando alla loro quiete abituale. La gratitudine di Burberi, presidente della Fondazione. Il ricordo dell’ex allieva.

Barbiana il giorno dopo  "E’ stato colmato un vuoto"

Barbiana il giorno dopo "E’ stato colmato un vuoto"

BARBIANA (Vicchio)

Ci vorrà ancora qualche giorno per far ritrovare ai luoghi di don Milani la loro quiete abituale. Del resto quando da reietti si diventa modelli, non solo della chiesa con la visita di Papa Francesco nel 2017 a cinquant’anni dalla morte del priore, che della società civile, con l’arrivo sabato scorso del presidente Mattarella nel centenario della nascita, la risonanza diventa universale con tutti gli effetti collaterali che ne derivano. Sì, l’assalto mediatico e nazionalpopolare non può non irritare gli ex allievi e i barbianesi storici, ma è come un temporale estivo, almeno com’erano quelli di una volta: tanto rumore per durare poco. Agostino Burberi, oggi presidente della fondazione don Milani, la prima volta che ha visto il priore aveva 8 anni e stava servendo messa. Era il 6 dicembre ’54: a Barbiana, che non è un borgo, ma una canonica con accanto una chiesa al servizio di casolari sparsi, si arrivava a piedi percorrendo una viottola, fangosa per il diluvio gelido che stava venendo giù: "Don Lorenzo non era mai venuto prima, non ci ha più lasciato": ricorda Agostino e aggiunge: "Al funerale di don Lorenzo non era presente nessuna autorità. Il Papa nel 2017 e ora il presidente della Repubblica hanno colmato quel vuoto e di questo siamo molto grati".

Barbiana tornerà quella di sempre, c’è da starne certi, sono i barbianesi a non essere più come prima. "Dovevo insegnare come un cittadino reagisce all’ingiustizia. - ha scritto don Lorenzo - Come ognuno deve sentirsi responsabile di tutto". Parole di cui ha fatto tesoro Fiorella Tagliaferri, una delle poche allieve del priore: "Mi ha insegnato che gli altri siamo noi. E’ l’unica persona che mi ha fatto capire l’autostima, che all’epoca non sapevo cosa fosse. Il dono più importante è stata la “parola“. Eravamo poveri sì, anche di cultura, ma il priore ci ha resi cittadini sovrani, partendo dalla Costituzione". E’ anche questa la Barbiana di oggi, abbellita nella cappella del cimitero dalle nuove opere in legno dipinto e tecnica mista del maestro Antonio Di Palma, barbianese contemporeneo. Prossimo appuntamento del Centenario milaniano l’incontro del 2, 3 e 4 giugno al centro La Pira, in via dei Pescioni a Firenze, “Le vie della pace nel mondo di oggi. Sulle orme del pensiero e della testimonianza di Giorgio La Pira, Ernesto Balducci e don Lorenzo Milani“. Info: donmilanicentenario.it

Duccio Moschella

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