Autovelox, anche quelli di Firenze non sono omologati. “Ma per ora restano in funzione”

Il Comune ammette che anche in città la situazione è la stessa del resto d’Italia. Incognita multe dopo la sentenza della Cassazione

Autovelox a Firenze (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Autovelox a Firenze (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 25 aprile 2024 – Il dibattito sull'omologazione degli autovelox arriva anche a Firenze dopo che una sentenza della Corte di Cassazione ha invalidato una multa fatta ad un cittadino di Treviso, Andrea Nalesso, sanzionato per aver sforato di 7 chilometri orari il limite di velocità fissato a 90 lungo una strada regionale. La Corte ha stabilito che l'autovelox era solo approvato ma non omologato, aspetto che ha portato alla cancellazione della sanzione.

"Anche a Firenze la situazione è la stessa del resto d'Italia - si spiega dal Comune dopo una riunione tra tecnici e l'assessore alla mobilità Stefano Giorgetti - I dispositivi in funzione sono approvati e non omologati anche perché per la procedura di omologazione, come previsto dall'articolo 142 del Codice della strada del 1992, servivano decreti attuativi mai emessi”.

Il Comune, si aggiunge, "si è attenuto a quanto precisato dal decreto ministeriale 282 del 2017 che prescriveva per gli apparecchi misuratori di velocità la procedura di autorizzazione e non di omologazione. E a quanto indicato nella circolare della direzione del Ministero delle Infrastrutture del 2020 in cui si evidenziava equivalenza sostanziale tra le procedure di omologazione e quelle di approvazione. Pertanto l'amministrazione continuerà ad attenersi a quanto precedentemente indicato dal ministero in attesa di nuove disposizioni”. Come dire che le macchinette resteranno in funzione.

Da Palazzo Vecchio si precisa infine che "la sentenza della seconda sezione della Cassazione entra nel merito del ricorso specifico ed è la conclusione di un procedimento tra le parti. Non è applicabile in modo generalizzato a tutte le situazioni”. Ma in realtà i Comuni tremano all’ipotesi di dover rinunciare ai milioni di gettito degli autovelox. 

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