REDAZIONE FIRENZE

False fatture, la Cassazione conferma l’assoluzione per Tiziano Renzi e Laura Bovoli

Dichiarato “inammissibile” il ricorso del Procuratore generale di Firenze contro il proscioglimento dei due coniugi. Il leader di Italia Viva: “Processo che non avrebbe mai dovuto essere aperto”

Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli (Imagoeconomica)

Firenze, 7 luglio 2023 – È stata confermata dalla Cassazione l'assoluzione dei genitori dell'ex premier Matteo Renzi, Laura Bovoli e Tiziano Renzi nel processo per false fatture. I giudici della Cassazione hanno dichiarato “inammissibile” il ricorso del Procuratore generale di Firenze contro il proscioglimento dei due coniugi emesso dalla Corte di Appello di Firenze il 18 ottobre 2022. Ci sarà invece un appello bis per l'imprenditore Luigi Dagostino, condannato a nove mesi per truffa aggravata.

Le tappe del processo

In primo grado i genitori dell'ex premier e attuale leader di Italia Viva erano stati condannati il 7 ottobre 2019 a un anno e nove mesi di reclusione ciascuno per emissione di fatture false, con sospensione condizionale della pena. Contro il proscioglimento pronunciato dai magistrati di secondo grado, il Pg fiorentino ha fatto ricorso in Cassazione che, velocemente, –  a fronte delle motivazioni depositate solo lo scorso marzo dalla Corte di appello –  ha fissato l'udienza svoltasi oggi, 7 luglio, dato che c'era il rischio prescrizione per uno dei reati contestati all'imprenditore pugliese Luigi Dagostino, attivo nel settore degli outlet. Anche lui, dopo la condanna a due anni di reclusione in primo grado, era stato assolto in appello per le false fatture e condannato a nove mesi di reclusione per il solo reato di truffa aggravata. Gli si contestava di aver sollecitato alla nuova dirigenza della Tramor, la società da lui amministrata prima del passaggio nella holding del lusso Kering, il pagamento della fattura da 140mila euro. Per quanto lo riguarda, ci sarà un appello bis in quanto gli 'ermellini’ (i giudici della corte di Cassazione) hanno accolto il ricorso del Pg in relazione a un capo d'accusa dal quale era stato prosciolto.

In particolare, il processo appena arrivato al termine dinanzi alla Suprema Corte, riguarda il pagamento di fatture emesse da società dei Renzi nel 2015 –  una da 20.000 euro dalla società Party, un'altra da 140.000 euro più Iva dalla Eventi 6 –  per consulenze ad aziende riferibili a Dagostino. Le consulenze riguardavano uno studio di fattibilità per un' attività di ristorazione e per potenziare il flusso di turisti, in particolare orientali, verso l'outlet The Mall nel Valdarno. Secondo l'accusa, si sarebbe consumato un reato tipico di impresa, con l'emissione di fatture false per giustificare il passaggio di denaro per prestazioni mai svolte, e la Guardia di Finanza durante le perquisizioni non avrebbe trovato né lettere di incarico né elaborati.

Il verdetto di proscioglimento

"Anche se risulta dimostrato che le fatture emesse dalla Party ed Eventi6 non corrispondono a prestazioni commerciali realmente effettuate”, il fatto non costituisce reato e i genitori dell'ex premier non hanno agito per evadere le imposte, hanno scritto i giudici d'appello nel verdetto di proscioglimento. “La finalità perseguita - aggiungeva inoltre il verdetto - era esclusivamente per motivi extrafiscali, attinente a versamenti che l'imprenditore Luigi D' Agostino ha ritenuto di fare per ragioni che il processo non ha chiarito”. Tra circa un mese si conosceranno le motivazioni della decisione del Palazzaccio.

“Processo che non avrebbe mai dovuto essere aperto”

"Con la decisione della Corte di Cassazione di oggi si chiude un processo, quello contro i miei genitori, che non avrebbe mai dovuto essere aperto. Solo l'ostinazione pervicace e ideologica della procura di Firenze ha costretto lo Stato italiano a spendere centinaia di migliaia di euro del contribuente per una vicenda giuridicamente inesistente. Non esiste risarcimento per la sofferenza di tutta la famiglia in questi anni. Ma la definitiva assoluzione dimostra, una volta di più, che fare le battaglie in tribunale e affermare la verità è il modo più serio di rispettare le Istituzioni contro chi usa alcune procure come arma politica nei confronti degli avversari”. È quanto si legge in una nota dell'ufficio stampa del presidente di Italia Viva Matteo Renzi.