Associazione Core, ecco il nuovo modello per la sanità toscana

Il presidente, dottor Fabrizio Bandini: “Possiamo fare meglio con quanto abbiamo. Più che l'alta tecnologia serve conservare e sviluppare le reti periferiche”

Un dottore (foto repertorio Ansa)

Un dottore (foto repertorio Ansa)

Firenze, 2 giugno 2023 – “E' vero, mancano risorse e c'è carenza di personale, ma un nuovo modello per la sanità toscana è possibile e sicuramente possiamo fare qualcosa di meglio con quanto abbiamo”. A dirlo il dottor Fabrizio Bandini, cardiologo dell'ospedale del Mugello e presidente dell'associazione Core (Cura, Organizzazione Ricerca Etica), nata a Firenze nel 2002 da un'idea del professor Alfredo Zuppiroli, famoso cardiologo fiorentino ed ex presidente della commissione di bioetica della Regione.

“Secondo quanto emerge dal rapporto Gimbe - fa presente Bandini - nella sanità italiana negli ultimi dieci anni sono stati investiti 200 miliardi in meno della media europea”. “Quello che secondo CORE farà la differenza nel futuro – sottolinea – è se sapremo conservare e sviluppare le reti sanitarie. Per fare questo non è sufficiente acquisire l'alta tecnologia, serve soprattutto porre attenzione alle relazioni di cura fra cittadini e curanti es alle relazioni professionali fra tutti gli operatori sanitari.

Relazioni ed interconnessioni fra i nodi della rete di cui i cittadini fanno parte; si tratta di un cambio di paradigma che mette al centro non solo il paziente ma l’intero sistema delle cure a cui il paziente appartiene.”. E' questa però la strada da seguire e lo dimostrano alcune esperienze e progetti promossi con successo nel corso degli anni da Core onlus insieme alle istituzioni, con l’obiettivo di creare sinergia tra cittadini, sanitari, amministrazioni pubbliche e istituzioni sanitarie. Tra questi la rete del Mugello, che coinvolge in particolare Palazzuolo sul Senio, con lo scopo di

consolidare una rete civica della premura : sono stati definiti i rapporti e le relazioni interne alla comunità, mappate le persone fragili quindi inserite dentro la rete sociale e sanitaria. “Va bene la telemedicina, il monitoraggio a distanza, tutto quello che di buono viene dall'alta tecnologia, ma occorre – spiega ancora il dottor Bandini, creare la condizione per accoglierla altrimenti la potenza dell’ingranaggio tecnologico rischia di rompere una macchina sociale e sanitaria impreparata ”.

Un tema che sta affrontando l'associazione è anche quello del consenso informato, quindi della legge 219 del 2017 che affronta anche il testamento biologico e la pianificazione anticipata delle cure. “E' la legge che definisce il cuore della medicina e della sanità e il rapporto corretto tra medici e cittadini: autodeterminazione, fiducia, responsabilità competenza messe in campo per le scelte di salute consapevoli. E ancora due mondi che si incontrano: il primo, quello dei medici, che hanno studiato per salvare la vita delle persone e devono accettare il limite che si pone davanti alla scienza medica, ovvero il passaggio dal ‘to cure al to care’, dal curare al prendersi cura; il secondo – prosegue il presidente – quello del paziente e della piccola comunità familiare intorno a lui, che devono riconoscere consapevolmente le incertezze delle cure ed infine la morte. Oggi c'è una forte resistenza a farlo, perché, come dice il filosofo Umberto Galimberti, ‘il recinto del sacro si è rotto’ e su questo fronte dobbiamo reinventare tutto”. Di qui l'idea dell'associazione di organizzare dei concerti, momenti in cui la musica aiuta a riflettere anche su quanto dice la legge 219 del 2017.

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