
Andrea Ceccherini
Firenze, 25 novembre 2018 - La strada è ancora lunga, gli ostacoli ben visibili, soprattutto per chi, come Andrea Ceccherini, ha il dono di cogliere i segnali di un cambiamento possibile. La stampa negli ultimi dieci anni ha perso la metà dei suoi lettori. Ora, nel momento più difficile, nel mezzo di un braccio di ferro col bombardamento di fake news dalla rete, Ceccherini spinge sull’acceleratore con i progetti varati dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, che lui ha fondato diciott’anni fa e che hanno conquistato i grandi del globo.
Laurene Powell Jobs, la signora del visionario della Mela morsicata, filantropa e mecenate della stampa, è rientrata negli Stati Uniti con la convinzione di voler importare il modello Osservatorio, dopo aver aperto la nuova stagione del Quotidiano in Classe con cui Ceccherini ha allenato milioni di ragazzi delle scuole superiori a pensare con la propria testa. Un tassello che si aggiunge all’endorsement arrivato un anno fa dal numero uno di Apple, Tim Cook, che parlò del Quotidiano in Classe come di un «progetto favoloso» e che per dar seguito alle parole con i fatti, nella primavera scorsa, è entrato nel board dell’Osservatorio di cui già facevano parte i direttori di New York Times, Washington Post e Wall Street Journal.
Andrea Ceccherini, più che un visionario, è un idealista che fa della concretezza il suo mantra per cambiare il mondo investendo sulla formazione dei cittadini di domani, gli studenti: l’informazione è minacciata dalle fake news ma la qualità salverà le testate giornalistiche. Un contributo essenziale alla formazione di cittadini pensanti, liberi e indipendenti. Come lui, che da studente al liceo di Scandicci, prima di spiccare il suo lungo volo sul mondo, aveva già imparato l’arte della provocazione come stimolo per la crescita: nel pamphlet «Mai di lunedì!» racconta ai colleghi studenti la battaglia in nome di un’ordinanza del 1971 che vietava le interrogazioni al lunedì e poi lascia bianche le cento pagine del volume «Scandicci by night: tutto quello che puoi fare a Scandicci di notte». E’ l’inizio di tutto.
A parlare della sua indipendenza dalla politica, alle cui sirene non ha mai ceduto, sono i fatti. Perché i corteggiatori non gli sono mai mancati, da Giulio Andreotti a Massimo D’Alema a che avevano apprezzato le sue qualità già dagli inzi quando, appena ventunenne, aveva lanciato nel 1995 il movimento Progetto Città, una scuola di formazione all’impegno civile e sociale, attraverso l’incontro e la testimonianza dei protagonisti ai massimi livelli.
L’Osservatorio permanente Giovani-Editori nasce cinque anni dopo, il 5 giugno del 2000, a Villa Cora. Lo accompagnano per mano gli editori di Poligrafici Editoriale, Andrea Riffeser Monti, e di Rcs, Cesare Romiti, con l’allora presidente del Senato Nicola Mancino e il giornalista e scrittore Bruno Vespa.
Ceccherini è ormai deciso ad ‘allenare’ i giovani, favorire il loro percorso di formazione ed educazione alla cittadinanza con i due grandi progetti strategici: Il Quotidiano in Classe (media literacy) e Young Factor (financial literacy, sostenuto dalla banche Intesa SanPaolo; Ubi Banca, UniCredit e Mps). Conquistare i grandi del mondo è un’attitudine naturale per Andrea Ceccherini che oggi, a 44 anni, può vantare i riconoscimenti arrivati da tre presidenti della Repubblica (Ciampi, Napolitano e Mattarella) e da 2 Papi (Benedetto XVI e Francesco). Tra un progetto e l’altro ci sono anni di lavoro a cucire relazioni internazionali: Ceccherini porta a Firenze all'Osservatorio i grossi calibri, dal presidente mondiale di Google Eric Schmidt al fondatore di Whatsapp Jan Khoum, poi i pezzi da novanta dell’impero Murdoch, James e Lachan (21st Century Fox). E anche il mondo della finanza, con i banchieri d’Europa che fanno parte del board: Jens Weidmann (presidente Deutsche Bundesbank), Klaas Kont (presidebnte Banca centrale d’Olanda), Ignazio Visco (governatore Banca d’Italia), Luis M. Linde (governatore Banca di Spagna fino al giugno scorso).