
L'alcol fra i giovanissimi, un problema sempre più di attualità
Firenze, 7 febbraio 2023 - I fiorentini bevono meno, ma le ’abbuffate alcoliche’ aumentano fra giovani e giovanissimi. Quello che è purtroppo un trend ormai diffuso in Italia è confermato anche qui. A spiegarlo è la dottoressa Adriana Iozzi, direttore Unità funzionale complessa del Serd 1 Firenze dell’Ausl Toscana Centro.
Dottoressa, qual è l’andamento del fenomeno in generale e fra i minori in particolare?
"Gli ultimi anni hanno visto una riduzione dei consumi nella popolazione generale con un netto cambiamento della modalità di assumere alcolici. Si è passati da un bere ’mediterraneo’, a uno nord-europeo con assunzioni non quotidiane e ai pasti ma in occasioni sociali, soprattutto il fine settimana. Inoltre è cambiata la tipologia di bevande, con un aumento di birra e superalcolici. Si è anche abbassata l’età in cui si inizia a consumare alcol: i giovani hanno precocemente il loro primo contatto, spesso a scopo "prestazionale", ovvero per favorire lo "sballo", cioè per sentirne gli effetti. Quindi l’alcol, soprattutto fra i giovani, viene usato sempre di più come una droga".
Quali i fenomeni emergenti?
"È notevolmente aumentato il ’binge drinking’, cioè l’assunzione di almeno 4-5 unità alcoliche in un breve lasso di tempo (poche ore). Un altro aspetto è che, mentre nella popolazione generale è sempre presente la differenza tra i generi (anche se minore rispetto a prima) nei giovani tende ad appiattirsi: le ragazze bevono quanto i ragazzi e il ’binge drinking’ interessa entrambi i sessi quasi in ugual misura. L’aggravante è che nelle femmine, a parità di quantitativi assunti, i danni a livello organico sono il doppio. Inoltre mentre nei maschi l’alcol aumenta la tendenza all’aggressività, nelle femmine diminuisce la percezione del rischio: il resto lo si può intuire. Infine l’alcol rappresenta spesso una sostanza di accompagnamento ad altre sostanze stupefacenti".
Come ha inciso la pandemia?
"La pandemia ha visto un’impennata dei consumi per la popolazione in generale. A oggi, ai servizi giungono molti nuovi utenti che hanno aumentato i consumi durante i lockdown. Per i giovani è accaduta la stessa cosa: in più si è osservato un aumento delle vendite di alcolici online, con consegna a domicilio. Anche il maggior tempo passato sui social con influencer che possono banalizzare o sdoganare l’uso dell’alcol a scopo ricreazionale, può aver aggravato il fenomeno".
In che modo arrivano i ragazzi alle vostre strutture?
"A oggi, purtroppo, si osservano ancora troppo pochi invii ai nostri servizi, nonostante la grande quantità di informazione sui rischi correlati. L’invio può avvenire tramite i Pronto soccorso dopo intossicazioni acute, o in seguito alla sospensione della patente o del patentino di guida per guida in stato di ebbrezza".
Cosa possono fare i genitori? E la scuola?
"Intanto è importante che i genitori prestino attenzione ai rischi correlati al consumo di alcol: anche un singolo episodio di ’binge drinking’ o di consumo improprio deve essere preso in considerazione. In qualsiasi momento i genitori possono rivolgersi ai nostri servizi chiedendo una consulenza. Lo stesso vale per le scuole: rappresentano un punto di osservazione privilegiato in quanto luoghi d’incontro quotidiani e occasioni ricreazionali. E anche per gli operatori scolastici vale lo stesso invito".