BARBARA BERTI
Cronaca

Al Verdi è una Felicissima Sera. Pio e Amedeo, risate a non finire

Oggi tappa fiorentina dello show del duo comico: "Il teatro è il nostro habitat naturale. Qui per nuove querele" .

Al Verdi è una Felicissima Sera. Pio e Amedeo, risate a non finire

"Il teatro è il nostro habitat naturale, esibirsi davanti alla ’nostra’ gente non ha prezzo". Parola di Pio e Amedeo, all’anagrafe Pio D’Antini e Amedeo Grieco, che stasera (ore 21) saranno al Teatro Verdi di Firenze con il loro esilarante e irriverente nuovo spettacolo "Felicissimo Show".

Pio e Amedeo, dopo il successo televisivo di "Felicissima Sera", tornate a teatro con un "Felicissimo Show"...

"La tv dà una grande visibilità, non c’è dubbio. Ma il teatro è il teatro. Il palco e il contatto diretto con il pubblico è qualcosa di molto elettrizzante. Inoltre, davanti a noi ci sono tutte persone venute appositamente per vederci: questo ci spinge ancora di più a non deluderli, a spingere sull’acceleratore alla ricerca di nuove querele (ridono, ndr)".

Cosa aspettarsi da "Felicissimo show"?

"Di tutto! Due ore filate di racconti, canzoni, battute, rigorosamente politically incorrect".

Quale è, quindi, il file rouge di "Felicissimo show"?

"La libertà di parola che non dovrebbe essere mai ristretta o messa in discussione, soprattutto se si è comici, perché lo scherzo e l’ironia sono in grado di esorcizzare anche gli aspetti più negativi della vita. E con questa libertà cerchiamo di dare voce agli italiani che al bar o in famiglia parlano senza freni e senza quei limiti imposti dalla società. Una comicità che è un po’ il nostro marchio di fabbrica, anche con ’Emigratis’, alla fine, ci mettiamo nei panni dell’uomo ’medio’".

Il vostro è un vero e proprio varietà di altri tempi?

"E’ il varietà dei giorni nostri, in cui si alternano risate e momenti di riflessione sull’attualità".

Riprendendo il titolo dello show, cosa è per voi la felicità?

"La semplicità. Noi ci entusiasmiamo per le piccole cose. E il teatro è una di queste perché ha una magia talmente grande".

La società di oggi, secondo voi, è felice?

"Ci vogliono imporre la felicità, ci vogliono sterilizzare il pensiero, etichettare per categorie. Insomma, ci stanno imponendo la felicità sotto il nome di democrazia e social. Ma la felicità non è questa, non è l’imposizione culturale che che sta omologando i ragazzi".

Voi che ragazzi eravate?

"Perché non siamo più ragazzi? (ridono, ndr). Noi siamo una coppia a tutti gli effetti. ci siamo conosciuti esattamente quarant’anni fa nel reparto maternità, le nostre mamme erano in stanza insieme. Poi ci siamo rincontrati dopo 13 anni e da allora siamo sempre insieme. Abbiamo fatto tanta gavetta, cosa che oggi non si fa più. Si prende una videocamera, si apre un canale sociale e si pensa di essere arrivati. Ma non è così. Prima di arrivare in tv abbiamo girato tanti locali, ogni sera uno diverso. E lì avevi la gente che ti giudicava, applaudiva se gli piacevi e ti fischiava in caso contrario. Ora basta un fan per sentirsi famosi. Sì, siamo rimasti negli anni Novanta e ci piace".