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Affitti ai fuori sede: aumenti record per le stanze singole

A Firenze una singola costa 451 euro, con un aumento del 18,5% rispetto allo scorso anno. Lo dice un'indagine di Immobiliare.it

Affitti, un terno al lotto a seconda della location

Firenze, 17 agosto 2022 - Una stanza singola a Firenze? 451 euro, con un aumento del 18,5% rispetto allo scorso anno. Cara, carissima la vita per uno studente fuori sede che sceglie la nostra città. 236 euro invece il prezzo medio in stanza doppia. In questo caso, il costo è sostanzialmente stabile, visto che rispetto al 2021 si registra un -3,7%. A dirlo è il rapporto di Immobiliare.it Insightsbusiness unit di Immobiliare.it specializzata in studi di mercato.  

Sul gradino più alto del podio resiste Milano, dove per potersi permettere una stanza singola bisogna mettere a budget 620 euro di media mentre per un posto letto in doppia ne servono circa la metà (321 euro). Significativa la differenza di prezzo rispetto a Roma, seconda classificata: più di 150 euro. Al quarto posto troviamo Firenze, seguita da Bologna.

Rispetto ad un anno fa i prezzi delle stanze, con pochissime eccezioni, hanno subito una nuova e significativa spinta al rialzo. Una delle variazioni più consistenti si registra, per le singole, proprio nel capoluogo toscano, che sfiora un aumento del 20%.

Se in quasi tutti i principali poli universitari si assiste ad un consistente aumento nella richiesta rispetto al 2021, a Firenze la domanda è in leggero calo, pari all’8%, mentre è cresciuta molto l’offerta, che registra un +27%.

«Come avevamo preannunciato un anno fa la situazione stanze nelle principali città universitarie italiane tornata ad una sostanziale normalità – commenta Carlo Giordano, Board Member di Immobiliare.it –. Studenti e lavoratori fuori sede sono tornati a popolare i grandi centri, innescando di fatto la ripresa del mercato delle locazioni. L’elevata richiesta, che ha portato ad una contrazione dell’offerta, ha fatto sì che i proprietari tornassero ad alzare i prezzi, che attualmente in molte città sono addirittura superiori a quelli del periodo pre-pandemico. È prevedibile che, con la crisi alle spalle, si ritorni alle logiche di crescita continua, soprattutto dove l’offerta di immobili scarseggia. Questo trend richiederà ulteriori sacrifici alle famiglie per assicurare le migliori opportunità di studio ai loro figli. Sarà necessario che le istituzioni ragionino su come continuare ad assicurare l’importante ruolo di accoglienza dei grandi centri urbani del Paese, partecipando con iniziative di offerta che siano rilevanti nel mercato. In caso contrario è probabile che questi diventino appannaggio esclusivo di quelle fasce di popolazione che posso contare su un risparmio accumulato negli anni, a discapito dei più giovani, motore propulsivo della società».