
Affitti brevi, musi lunghi ’Tsunami’ di polemiche sulle norme del Governo "Albergatori penalizzati"
La bocciatura è arrivata su tutti i fronti. La bozza del disegno di legge del governo, che, a firma della ministra del Turismo Daniela Santanché, modifica alcune norme del mercato degli affitti brevi, non piace praticamente a nessuno. Il testo riguarda molto da vicino una città come Firenze, che deve gestire gli oltre 8mila alloggi presenti, ad esempio, sulla piattaforma Airbnb. E per questo il Comune tuona provvedimenti severi, promettendo guerra, anche per vie legali, alla nuova riforma prevista dal Governo Meloni. Secondo le anticipazioni, la nuova norma conterrebbe infatti un vincolo che fissa la durata minima del soggiorno, nei centri storici delle 14 città metropolitane (tra cui ovviamente c’è anche Firenze) a non meno di due notti perché possano essere considerati “affitti brevi”, con i relativi benefici fiscali del caso. Una regola alla quale si può derogare nell’ipotesi in cui conduttore sia un nucleo familiare numeroso composto da almeno un genitore e tre figli, che potrebbero continuare a pernottare anche una sola notte. La norma inoltre non si applicherebbe ai comuni sotto ai 5mila abitanti.
L’effetto che si creerebbe? Coloro che si affidano a piattaforme come Airbnb e similari per prenotare un soggiorno fuori città dovranno tenere in conto che la durata minima sarà di due notti. Per i soggiorni di una sola notte, invece, ci si dovrà rivolgersi giocoforza ai più tradizionali hotel. Questo almeno è quanto prevede la bozza del disegno di legge che ovviamente nel corso del suo iter potrà essere oggetto di modifiche anche sostanziali. "Con queste modifiche nella sostanza non cambia assolutamente niente – attacca Daniele Barbetti, presidente Federalberghi Toscana –. Quanto visto è altamente insoddisfacente, e in questo modo si incentiva quella che è, per molti versi, un’attività ricettiva abusiva". Secondo le statistiche nazionali, la permanenza media negli esercizi ricettivi italiani è di 3,3 notti. Pertanto, "affermare che il soggiorno nelle locazioni turistiche non può essere inferiore a due notti – chiosa Barbetti – vuol dire usare due pesi e due misure, in quanto significa che la nuova normativa si applicherà solo su una minima parte dei flussi turistici".
Inoltre, nella bozza del ddl non è previsto né un tetto massimo di giorni di affitto all’anno né una limitazione di posti letto in rapporto al numero dei residenti nei vari quartieri come chiedono i sindaci (che prendono come esempio il modello adottato nelle maggiori città europee). Verrà introdotto però un codice identificativo nazionale per ogni abitazione (esisteva già, ma era su base regionale e non c’erano controlli). Questo per evitare il nero. In caso di non applicazione, però, i proprietari rischiano da 500 a 5 mila euro, che messi a confronto alle 192 euro di media che costa un pernottamento a Firenze, fa un po’ sorridere. "È evidente che affittando a 200 euro a notte, una sanzione massima da 5 mila euro non disincentiva gli affitti – spiega Simone Agutoli, di Udu –, mentre regolamentare questo settore è cruciale anche per aumentare l’offerta di stanze e appartamenti per gli studenti, e quindi la possibilità di affitti a lungo termine".
Oltre alle polemiche di Cgil, Sunia, Filcams e altre sigle, oggi alle ore 12.30 in Sala di Lorenzo a Palazzo Vecchio, si svolgerà una conferenza stampa del sindaco Dario Nardella. Airbnb invece, che sorride al testo della bozza, non ha fornito risposte in merito.
Pietro Mecarozzi