
di Fabrizio Morviducci
Era un genio anticonformista, che ha segnato in maniera indelebile la moda internazionale. Ma anche il portatore ‘sano’ di un’utopia, quella di una società di uguali costruita distruggendo i cliché della società, che è passata intatta dal maccartismo degli anni ’50, alla Beat Generation degli anni ‘60 e ’70, fino all’edonismo degli anni ’80. E’ scomparso Mondo Albion, creatore di moda. E’ mancato il 6 novembre scorso, era ricoverato da qualche giorno; aveva 96 anni. Hanno indossato le sue creazioni i grandi del mondo: Papa Giovanni XXIII, Bill Clinton, e i grandi dello star system: Ginger Rogers, Walter Chiari, Macario. Artista a tutto tondo, non solo accessori in pelle e abiti, ma anche quadri, esposti nelle gallerie d’arte italiane ed estere. Arrivò a Firenze negli anni ’50, divenne amico del sindaco La Pira, siciliano come lui. Fu un grande precursore di quello che sarebbe stato il destino di questo distretto produttivo; quando ancora Scandicci era un semplice borgo alla periferia di Firenze, Albion sfilava con le sue creazioni a Parigi, New York e Roma.
E’ in quegli anni che, accanto alla sua attività, Albion decise di dare vista al suo Mondo utopico: una filosofia di vita basata su 30 regole codificate in un libriccino che amava regalare a chiunque gli andasse a genio. La sua vena artistica non si è mai esaurita, ha conservato un saper fare realmente artigianale, cucendo ancora a mano fino all’ultimo i suoi accessori. Albion per tutta la vita ha scelto di non diventare lo stilista per le maison d’alta moda che pure l’hanno tanto corteggiato prima e copiato poi. Le sue creazioni sono state da sempre pezzi unici; nella sua piccola bottega di via Nazionale a Firenze teneva libri interi di schizzi con le misure dei clienti sparsi in tutto il mondo. Albion spediva per posta, non si è mai fatto intimorire da strategie di marketing, amministratori delegati rampanti, dal luccichio sfavillante del mondo della moda. Lascia però un’incompiuta. Quella fattoria di Scandicci, suo rifugio da sempre, che avrebbe voluto trasformare in un agriturismo tutto particolare, dove gli ospiti avrebbero dovuto seguire, anche per un giorno, le sue 30 regole. Proverbiali negli anni le sue battaglie contro il comune di Scandicci, colpevole a suo dire, di negargli le autorizzazioni per andare in porto con il suo progetto. Proverbiali forse di più le sue colorate sfilate con modelle bellissime e seminude, che ogni primavera Albion organizzava nel centro di Firenze e nella fattoria di Scandicci. Adesso l’avranno messo a colorare l’arcobaleno. Chi meglio di lui?