Addio al partigiano ‘Arrivabene’ Fu vicesindaco di Reggello

La morte a cento anni di Vittorio Cecconi. Al seguito di ‘Potente’ combattè nel ’44 per la liberazione di Firenze

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REGGELLO

di Manuela Plastina

"Non ho mai smesso di fare il partigiano. Sono stato diciannove anni in consiglio comunale a Reggello e vicesindaco dal ’70 al ’75: non ho mai smesso di lottare. A proposito di lotta: ora dobbiamo sostenere l’Ucraina che si trova assediata". Vittorio Cecconi, classe 1923, conosciuto come il partigiano Arrivabene, ha davvero continuato a lottare fino all’ultimo. Lo aveva raccontato al nostro giornale pochi mesi fa, ricordando quell’11 agosto ‘44 a Firenze vissuto in prima linea alla Fortezza da Basso con la Brigata Fanciullacci, subito dopo la lunga Resistenza vissuta tra il Pratomagno e la Secchieta, i monti Scalari e i boschi di Candeli. Staffetta prima e partigiano sempre, guida del comandante della divisione garibaldina Arno, Aligi Barducci ‘Potente’, Cecconi è stato sempre impegnato per la difesa della Costituzione, ha presenziato a tutte le celebrazioni del 25 Aprile ed è stato attivo nell’Anpi nella sezione di Rignano-Reggello. Ieri la sua Reggello gli ha dato l’ultimo saluto a 99 anni nella chiesa di San Jacopo. Tante persone hanno reso omaggio a un uomo che era un simbolo di orgoglio, coraggio, forza. Lascia come eredità le parole dette nell’ultimo anniversario della Liberazione: "Affido il compito ai giovani che mi rappresenteranno ogni 25 aprile, affinché si possa ricordare quanto è cara la libertà e la democrazia".

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