Addio a Fabrizio Ciclista e autista delle ambulanze

Ieri l’ultimo saluto al volontario dell’Humanitas. Era stato travolto da un’auto mentre era in vacanza.

Addio a Fabrizio  Ciclista e autista  delle ambulanze

Addio a Fabrizio Ciclista e autista delle ambulanze

Tanta commozione ieri a Casellina per l’ultimo saluto a Fabrizio Sventer, il volontario dell’Humanitas che il 13 agosto scorso ha perso la vita a Piombino. Sventer, 79 anni, è rimasto vittima di un incidente stradale, travolto da un’auto, con conseguenze letali. Era stato tamponato sulla strada che collega Piombino a Riotorto. L’auto, una Mercedes Classe A, era guidata da un 25enne del luogo, risultato negativo all’alcol test.

L’urto è stato violento, ma soprattutto ha fatto sì che la bicicletta e il ciclista venissero scaraventanti contro il guard rail laterale. E quando i soccorritori sono arrivati non c’era già più niente da fare: hanno provato ogni manovra possibile, ma Fabrizio Sventer era morto lì, prima di ogni possibile eventuale trasferimento in ospedale.

Ieri pomeriggio c’erano tante persone a Scandicci per ricordare l’amico e il volontario. Fabrizio e le sue due passioni: la bicicletta e il volontariato. C’erano i volontari dell’Humanitas, visto che il 79enne era uno storico autista d’ambulanza, premiato con la medaglia d’oro come benemerito del servizio. E c’erano i compagni di tante sgambate fatte in giro per la Toscana, dove la strada comincia a salire, e il battito del cuore si mescola al respiro che segue il ritmo dei pedali. Ai tanti che lo hanno conosciuto sembra ancora oggi incredibile che Fabrizio non ci sia più. Lui che amava il volontariato, e aiutare gli altri e pedalare, è stato strappato da questo destino assurdo proprio mentre era impegnato in una delle sue passioni.

Purtroppo non è la prima volta che i ciclisti rimangono vittime di incidenti stradali. Da giorni se ne parla, perché gli incidenti mortatli sulle due ruote sono diventati cronaca purtroppo frequente. L’ultima vittima a Milano due giorni fa: aveva 28 anni ed è stata schiacciata da un camion. A fine luglio, a causa di un altro scontro con un furgoncino, aveva perso la vita un 49enne di San Casciano, Matteo Fondelli, durante una tranquilla passeggiata: aveva pedalato poche centinaia di metri fino all’incrocio con la Certaldese, dove si è poi scontrato contro un furgoncino, con a bordo tre operai di una ditta che stava posando le tubature dell’acquedotto.

Tragedie che si moltiplicano, per cause spesso diverse ma con un unico denominatore: la fragilità e vulnerabilità di chi viaggia in sella a una bicicletta, e la potenza, forza mastodontica e a volte velocità di chi si muove su mezzi a quattro e più ruote. Appuntamenti col destino, forse. Fatali, sicuramente. Come quello di Fabrizio Sventer, che era in vacanza con la famiglia al mare, come tutti gli anni. E che come tutti gli anni, anche quel maledetto 13 agosto, pure in vacanza, si allenava regolarmente, pedalando sulle strade della Val di Cornia.

Fabrizio Morviducci